Trump minaccia l’UE con dazi del 50%
Ecco tutte le novità sui mercati finanziari della settimana.
Le notizie principali
Il presidente Trump ha annunciato dazi del 50% su tutte le importazioni dall’UE a partire dal 1° giugno, motivando la decisione con lo stallo nei negoziati e l’elevato deficit commerciale.
Gli Stati Uniti spingono per riduzioni tariffarie unilaterali da parte dell’UE e l’abolizione della digital tax, minacciando nuovi dazi in caso di mancato accordo. L’Unione Europea, pur puntando a una soluzione equilibrata, prepara contromisure su beni americani per un valore di 95 miliardi di dollari.
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz sostiene attivamente un divieto UE sui gasdotti Nord Stream per evitare pressioni da USA e Russia per una riattivazione. Il blocco, incluso nel nuovo pacchetto di sanzioni, mira a impedire entrate energetiche a Mosca. Il dibattito è acceso in Germania, dove parte dell’opinione pubblica e politici chiedono la ripresa delle forniture.
Ad aprile, l’inflazione core del Giappone è salita al 3,5%, il dato più alto da oltre due anni, spinta dalla fine dei sussidi su gas ed elettricità e dagli aumenti nei servizi privati con l’avvio dell’anno fiscale. La pressione cresce sulla Bank of Japan, mentre il rialzo dei prezzi rafforza le ipotesi di un prossimo aumento dei tassi.
La settimana passata
Settimana negativa per i mercati statunitensi, che hanno chiuso con ribassi vicini al 3%. A pesare è stata una combinazione di tensioni politiche, nuove minacce sul fronte commerciale e movimenti significativi nel mercato delle criptovalute.
A catalizzare l’attenzione degli investitori è stato il bitcoin, che ha messo a segno un nuovo record superando i 111.000 dollari. Il rally è stato sostenuto da notizie favorevoli sul piano normativo negli Stati Uniti, proprio mentre si celebrava il quindicesimo anniversario della prima transazione effettuata in criptovaluta per un acquisto reale.
Sul fronte macroeconomico, il presidente Donald Trump ha portato avanti una manovra fiscale ambiziosa, soprannominata "One Big Beautiful Bill Act". Si tratta di una maxi riforma da diversi trilioni di dollari, lunga oltre mille pagine, che ha ottenuto un’approvazione risicata alla Camera – solo un voto di scarto, 215 a 214 – e ora è attesa al Senato. L’approvazione ha sollevato timori sull’aumento del deficit pubblico americano, portando a un deciso sell-off sul mercato obbligazionario nella giornata di mercoledì.
Come se non bastasse, venerdì Trump ha riportato in primo piano le tensioni commerciali. Dopo una breve pausa nei toni seguita a una tregua con la Cina, ha minacciato nuovi dazi contro Apple e l’Unione Europea. Un segnale chiaro per i mercati: la guerra commerciale potrebbe riaccendersi da un momento all’altro.
A fine settimana, i principali indici di Borsa statunitensi, S&P 500, Nasdaq e Dow, hanno registrato perdite tra il 2,5% e il 2,6%.
Oltre alle turbolenze politiche e ai movimenti di mercato, la settimana è stata densa anche di dati macroeconomici rilevanti, sia in Europa che negli Stati Uniti, che offrono uno spaccato utile per capire lo stato di salute dell’economia globale. Vediamo i principali aggiornamenti:
Confermata l’inflazione europea al 2,2% su base annua, stabile rispetto a marzo. L'inflazione core è salita al 2,7%, segnalando pressioni persistenti sui prezzi al netto di energia e alimentari .
Negli USA le domande di mutuo MBA sono diminuite del 5,1% rispetto alla settimana precedente, influenzate da tassi ipotecari in aumento, con il tasso fisso a 30 anni salito al 6,92%, il livello più alto da tre mesi.
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono scese a 227.000, in calo di 2.000 unità rispetto alla settimana precedente, indicando una stabilità del mercato del lavoro.
Le vendite di case esistenti sono calate dello 0,5% su base mensile, raggiungendo un tasso annualizzato di 4,00 milioni di unità, il livello più basso per aprile dal 2009. Su base annua, le vendite sono diminuite del 2,0%.
Le vendite di case nuove sono scese a 694.000 unità, al di sotto delle aspettative di 724.000, riflettendo un rallentamento nel mercato immobiliare .
Trump minaccia l’UE con dazi del 50%
Le trattative commerciali tra Stati Uniti ed Unione Europea restano in stallo, mentre l’amministrazione Trump spinge per una riduzione unilaterale dei dazi da parte dell’UE su beni statunitensi. Gli USA, nel frattempo, mantengono dazi su acciaio, alluminio, componenti auto e minacciano nuove tariffe su farmaci e semiconduttori, chiedendo inoltre maggiore accesso agli investimenti.
Il rappresentante americano Jamieson Greer ha definito insufficiente la proposta europea, avanzata da Maroš Šefčovič, che prevedeva la sospensione delle contromisure su 23 miliardi di euro di beni statunitensi. Secondo Greer, l’offerta non risponde adeguatamente alle richieste di Washington.
Inoltre, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato l'intenzione di imporre dazi del 50% su tutti i beni importati dall'Unione Europea a partire dal 1° giugno. La decisione è motivata dalla frustrazione per i negoziati commerciali con l'UE, che Trump ha definito "improduttivi" e "difficili".
Parallelamente, il presidente degli USA ha minacciato un dazio del 25% sui prodotti Apple, in particolare gli iPhone, se l'azienda non trasferirà la produzione negli Stati Uniti.
L'annuncio ha avuto un impatto immediato sui mercati finanziari europei, con l'indice Stoxx 600 in calo del 2% e settori come l'automotive e il bancario che hanno registrato perdite superiori al 3%.
Gli obiettivi commerciali degli Stati Uniti non sono ancora ben definiti e potrebbero includere richieste che vanno dalla riduzione dei rapporti economici tra UE e Cina all’impegno dell’Europa ad aumentare l’import di gas naturale liquefatto e armamenti americani.
Šefčovič ha affermato che l’UE non ha intenzione di negoziare in poche ore e che i dazi del 50% pensati dal presidente Donald Trump sarebbero dannosi anche per l’economia americana. Inoltre, il commissario europeo per il commercio ha ribadito che la richiesta di negoziazione degli standard alimentari non è sostenibile.
È possibile, tuttavia, che la mossa di Trump miri semplicemente a rafforzare la posizione negoziale degli Stati Uniti, considerando che alle 17:00 (ora italiana) di venerdì era prevista una chiamata tra Šefčovič e Greer.
Merz spinge per il blocco definitivo del Nord Stream
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz sostiene con fermezza una proposta dell’Unione Europea volta a vietare la riattivazione dei gasdotti Nord Stream, per impedire qualsiasi tentativo da parte di Russia o Stati Uniti di ripristinare i collegamenti energetici.
Berlino ha appoggiato ufficialmente l’inserimento del Nord Stream nel nuovo pacchetto di sanzioni europee contro Mosca, con l’obiettivo di evitare pressioni esterne e tensioni interne future.
Il divieto colpirebbe Nord Stream 2 AG, la società svizzera proprietaria dell’infrastruttura, e tutte le aziende coinvolte in eventuali operazioni di riattivazione. La mossa mira a “europeizzare” la gestione del dossier, evitando che la Germania affronti da sola il peso delle decisioni strategiche sull’energia.
Nonostante il gasdotto sia fuori uso dal 2022 a causa delle esplosioni che lo hanno danneggiato, il dibattito interno in Germania resta acceso. In regioni come il Meclemburgo-Pomerania, circa metà della popolazione è favorevole alla ripresa delle forniture russe. Anche alcuni esponenti della CDU, insieme a forze politiche di centro e destra, spingono per un riavvicinamento a Mosca, citando l’impatto della crisi energetica e della stagnazione economica.
Merz, però, ribadisce la necessità delle sanzioni, ritenute uno strumento essenziale per impedire alla Russia di finanziare la guerra in Ucraina tramite l’export energetico.
Giappone sotto pressione: tra inflazione in crescita, debito record e fragilità dei titoli di Stato
Il mercato dei titoli di Stato giapponesi (JGB) rappresenta oggi una delle principali fonti di preoccupazione per i mercati globali, a causa dell’estrema fragilità della situazione fiscale e monetaria del Paese.
Il debito pubblico ha raggiunto il 235% del PIL e l’economia è in contrazione dello 0,7% su base annua. Il primo ministro Shigeru Ishiba si è opposto a nuove spese pubbliche o tagli fiscali, evocando persino paragoni con la crisi greca.
La Banca del Giappone (BoJ) ha mantenuto i tassi ufficiali allo 0,50% nonostante un’inflazione del 3,6%, con l’obiettivo di evitare shock sul mercato obbligazionario, già fragile per via dell'enorme quantità di titoli detenuti dalla BoJ: circa il 52% del debito pubblico, pari a 3.700 miliardi di euro.
Sebbene gli acquisti siano stati ridotti di 2,5 miliardi di euro a trimestre, la banca centrale continua ad alimentare la domanda in un mercato dove le ultime aste sono risultate deboli e il secondario è quasi paralizzato.
L’inflazione core è salita al 3,5% ad aprile, massimo da due anni, mentre l’indice “core-core” ha raggiunto il 3%. L’aumento è legato alla stagionalità dell’anno fiscale e alla fine dei sussidi statali su gas ed elettricità. I prezzi di beni essenziali come il riso sono esplosi (+99% a/a), contribuendo a un ulteriore peggioramento del sentiment.
Nel frattempo, lo yen si è rafforzato a ¥146,02/USD il 16 maggio, per poi ritracciare intorno a ¥142,75/USD una settimana dopo.
I rendimenti dei JGB hanno ritracciato lievemente dopo recenti massimi. Tuttavia, cresce l’attesa per una possibile stretta monetaria entro fine anno.
Economisti avvertono che l’inflazione persistente potrebbe alimentare nuove tensioni sul lungo termine dei JGB, rendendo la stabilità macro giapponese sempre più incerta.
La settimana che verrà
Calendario Economico
La prossima settimana sarà ricca di eventi importanti. Martedì verranno pubblicati i dati relativi alla fiducia dei consumatori USA, che saranno indicativi sullo sviluppo della domanda di beni e servizi.
Ecco alcuni degli eventi più interessanti della prossima settimana:
Martedì 27/5
14.30 Ordini beni durevoli USA (MoM): Si tratta di un indicatore economico pubblicato mensilmente dal Census Bureau degli Stati Uniti. Misura il valore in dollari dei nuovi ordini ricevuti dai produttori statunitensi per beni destinati a durare almeno tre anni (es. automobili, elettrodomestici, macchinari industriali). I dati di aprile, riferiti a marzo 2025, hanno indicato una crescita del 9,2% rispetto al mese precedente, superando ampiamente le aspettative di mercato.
16.00 Fiducia dei consumatori USA (MoM): La fiducia dei consumatori è un indicatore economico che misura quanto i cittadini si sentono ottimisti o pessimisti riguardo alla situazione economica attuale e futura. L’indice è composto da una componente che misura la fiducia attuale e una che misura le aspettative future nei prossimi sei mesi. Negli Stati Uniti, questo dato è raccolto ogni mese dal Conference Board attraverso interviste a un campione rappresentativo di famiglie.
Mercoledì 28/5
8.55 PIL Francia (QoQ): L’INSEE (Istituto nazionale di statistica francese) pubblicherà la seconda stima del PIL francese per il primo trimestre del 2025.Questa revisione seguirà la stima preliminare rilasciata il 30 aprile 2025, che indicava una crescita del PIL dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, dopo una contrazione dello 0,1% nel quarto trimestre del 2024.
9.55 Tasso di disoccupazione Germania (MoM): Dato che fornisce delle informazioni riguardo il tasso di occupazione in Germania pubblicato dal Federal Labour Office. Il dato di aprile è stato del 6,3% invariato rispetto al mese precedente e in linea con la stima degli analisti.
Giovedì 29/5
14.00 PIL USA (QoQ): Il Bureau of Economic Analysis (BEA) pubblicherà la seconda stima del PIL statunitense per il primo trimestre del 2025.Il dato preliminare, rilasciato lo scorso 30 aprile, ha sorpreso i mercati con una contrazione dello 0,3% su base trimestrale annualizzata, segnando il primo calo dal 2022. Un risultato inatteso, considerando che il consensus degli analisti si aspettava una crescita modesta dello 0,2%. Questa nuova lettura potrebbe rivedere significativamente il dato iniziale, grazie alla disponibilità di informazioni economiche più complete.
Venerdì 30/5
01.30 Tasso di disoccupazione giapponese (MoM): A marzo il tasso si era attestato al 2,6%, segnalando un mercato del lavoro ancora solido nonostante le incertezze macroeconomiche. Tuttavia, con una crescita fragile e un'inflazione che resta sopra i target della Bank of Japan, ogni segnale proveniente dall’occupazione sarà attentamente osservato. Un eventuale peggioramento del mercato del lavoro potrebbe frenare ulteriori mosse restrittive da parte della BoJ.
10.00 PIL Italia (YoY): l'ISTAT pubblicherà la seconda stima del PIL italiano per il primo trimestre 2025. La stima preliminare indicava una crescita dello 0,6% su base annua e dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, superando le aspettative degli analisti che prevedevano un aumento dello 0,4% su base annua.
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Ottimo recap settimanale!