Powell difende a gran voce l’indipendenza della Fed
Ecco tutte le novità sui mercati finanziari della settimana.
Le notizie principali
I titoli azionari europei sono andati peggio rispetto ai mercati globali, penalizzati da crescita lenta, produttività stagnante e tensioni commerciali, ma BCE accomodante e prospettive di pace stanno spingendo i listini.
L'inflazione USA è salita al 3% a Gennaio, spingendo la Fed a essere cauta sui tagli ai tassi. Trump spinge perché la Fed riduca i tassi, mentre Powell monitora gli effetti dei dazi e mantiene il focus sull'indice PCE.
Jay Powell ha ribadito l’indipendenza della Fed davanti al Senato, respingendo le pressioni politiche di Trump e confermando che i tagli ai tassi dipenderanno dall’andamento economico e non da interferenze politiche.
OpenAI tratta un investimento fino a 40 mld $ con anche SoftBank, puntando a 300 mld $ di valutazione, mentre respinge un'offerta di Musk da 97,4 mld $, con Altman che mira a consolidare il controllo della società.
La settimana passata
I mercati continuano la loro corsa. Da inizio anno i principali indici azionari americani sono saliti di circa il 4%. Questa settimana la palma d’oro è stata vinta dal NASDAQ, cresciuto del +2.6%, seguito dal S&P500 al +1.5% e dal Dow Jones con un +0.5%. Il petrolio è nuovamente tornato ai 70$ al barile.
I titoli azionari dell'area euro continuano a performare peggio rispetto ai mercati globali, penalizzati da un’economia dell’eurozona ancora piuttosto debole, produttività stagnante e tensioni commerciali. Negli ultimi dieci anni, le azioni europee hanno sottoperformato le controparti statunitensi per otto volte, con il 2024 che segna il divario più ampio dal 1998.
La Germania, che rappresenta circa il 30% del PIL dell'eurozona, è stata particolarmente colpita dalla crisi del settore manifatturiero. Tuttavia, i principali indici europei stanno raggiungendo nuovi massimi: Il DAX tedesco è aumentato del 13% quest'anno, mentre lo Stoxx 600, che rappresenta le principali aziende europee, ha guadagnato il 10%, superando persino l'S&P 500.
Le motivazioni di questa crescita vanno trovate nella politica più accomodante della BCE rispetto a quella di altre banche centrali, un’inflazione generalmente più bassa e le speculazioni su un possibile accordo di pace tra Russia e Ucraina. In Germania, le imminenti elezioni potrebbero favorire politiche fiscali più espansive.
L’inflazione negli Stati Uniti torna a salire
L'inflazione negli Stati Uniti ha registrato un incremento inaspettato a Gennaio, raggiungendo il 3% e superando le previsioni degli economisti, che stimavano un valore stabile al 2.9% di Dicembre, e una crescita mensile del 0.3%, contro il 0.5% effettivamente comunicato.
Uno dei fattori che ha contribuito a questa crescita è stato il forte aumento dei prezzi delle uova, saliti del 15.2% nel mese e del 53% su base annua, in parte a causa dell’influenza aviaria che sta danneggiando gli allevamenti.
Questi dati hanno indotto gli investitori a rivedere le aspettative sui tagli ai tassi: i mercati ora considerano come caso base una singola riduzione dei tassi entro la fine dell’anno, mentre fino a qualche settimana fa si ipotizzavano due interventi.
Il presidente della Fed, Jay Powell, ha sottolineato come l’inflazione sia ancora distante dagli obiettivi prefissati, pur riconoscendo i progressi compiuti.
Anche l’inflazione core, che esclude energia e alimentari e quindi dovrebbe essere immune dell’aumento del prezzo delle uova, è salita al 3.3%, confermando la persistenza di pressioni sui prezzi.
L’ex presidente Donald Trump ha nuovamente sollecitato la Fed a tagliare i tassi, suggerendo che una riduzione favorirebbe l’economia. Nel frattempo, ha introdotto dazi aggiuntivi del 10% sulle importazioni cinesi e annunciato ulteriori misure su acciaio, alluminio e scambi con Canada e Messico.
Powell ha dichiarato che l’impatto di queste misure sui prezzi e sulla politica monetaria sarà valutato con maggiore precisione nei prossimi mesi. Il mercato del lavoro e l’economia solida spingeranno la Fed ad essere molto cauta, almeno fino alla fine del mandato di Powell nel 2026.
Powell ha avvertito che singole letture dell’inflazione non devono essere sopravvalutate e che l’attenzione della Fed rimane sull’indice PCE, considerato una misura più affidabile della dinamica dei prezzi.
Powell difende a gran voce l’indipendenza della Fed
In settimana, il presidente della Federal Reserve, Jay Powell, ha dovuto testimoniare davanti al senato, rispondendo alle domande dei politici.
Questa audizione è stata particolarmente importante, perché avviene in un contesto in cui la Fed affronta una delle sfide più significative alla sua autonomia dagli anni '80, con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca e le sue pressioni per una riduzione dei costi di finanziamento.
Il presidente ha ribadito l'importanza dell'indipendenza della banca centrale nella gestione della politica monetaria degli Stati Uniti, sottolineando che qualsiasi tentativo del presidente di rimuovere un membro del consiglio dei governatori della Fed non è permesso dalla legge.
Dalla sponde dei democratici si alzano numerose voci di preoccupate che la banca centrale stia già subendo l'influenza politica di Trump, citando la revisione delle regole sugli stress test bancari e l'abbandono del Network for the Greening of the Financial System.
Tuttavia, Powell ha garantito che la politica monetaria non risponderà a tali pressioni, mantenendo un approccio prudente sulla riduzione dei tassi d’interesse.
Il presidente della Fed ha ribadito che, nonostante la crescita economica sostenuta, la banca centrale non ha fretta di abbassare i tassi, attualmente tra il 4,25% e il 4,5%. I funzionari concordano che sarà fondamentale monitorare l’evoluzione delle condizioni economiche prima di decidere di quanto abbassare i tassi di riferimento.
Elon Musk prova a ricomprare OpenAI (ma Altman rifiuta)
Il prossimo grande evento nel mondo delle startup è probabilmente il round d’investimento di OpenAI. La società è in trattative con investitori, tra cui SoftBank, per raccogliere fino a 40 miliardi di dollari, portando la valutazione dell'azienda a 300 miliardi di dollari.
SoftBank da sola potrebbe investire tra i 15 e i 25 miliardi. Dal lancio di ChatGPT nel 2022, OpenAI è cresciuta esponenzialmente e già ad Ottobre scorso aveva raccolto 6,6 miliardi di dollari, raggiungendo una valutazione di 157 miliardi.
Parte dei fondi sarà destinata a Stargate, un ambizioso progetto di data center, sviluppato con SoftBank, Oracle e il fondo MGX di Abu Dhabi. Il progetto prevede investimenti iniziali di 100 miliardi di dollari, con prospettive di espansione fino a 500 miliardi nei prossimi quattro anni e OpenAI sarà l’unico cliente di questa infrastruttura, necessaria per raggiungere l’AGI.
Se le cifre venissero confermate, questo round potrebbe avvicinare OpenAI alla valutazione di 350 miliardi di SpaceX, la start-up più valorizzata al mondo.
Anche altre aziende, come Anthropic e xAI di Elon Musk, hanno raccolto finanziamenti superiori ai 10 miliardi di dollari, aumentando la concorrenza nel settore. Tuttavia, il round di OpenAI sarebbe il più grande mai registrato per una start-up statunitense nel settore IA.
Venerdì il consiglio direttivo di OpenAI ha rifiutato ufficialmente un'offerta di acquisizione da 97,4 miliardi di dollari (circa 94 miliardi di euro) avanzata da un gruppo di investitori capeggiato da Elon Musk.
La proposta, presentata lunedì, era già stata respinta in modo informale dal CEO Sam Altman tramite un post su X, dove ha riaffermato la sua visione indipendente per l’azienda.
Bret Taylor, presidente del consiglio di OpenAI, ha dichiarato che la società «non è in vendita» e ha interpretato l’offerta come un tentativo di Musk di minare la concorrenza.
Al momento, OpenAI opera con una divisione a scopo di lucro che impone limiti alla distribuzione dei dividendi. Sam Altman intende consolidare il controllo della società nelle mani degli attuali investitori, tra cui Microsoft, e garantire una crescita sostenibile senza interferenze esterne.
La settimana che verrà
La prossima settimana, l’evento che catturerà più di qualche sguardo sarà sicuramente la pubblicazione dei verbali FOMC. Il Regno Unito e il Giappone pubblicheranno i dati sull’inflazione di Gennaio, che viene prevista in crescita in entrambi i paesi.
Calendario Economico
Ecco alcuni degli eventi più interessanti della prossima settimana:
Martedì 18/2
12.00 Indice ZEW Economic Sentiment (Febbraio): Nell'area euro, l'indice ZEW Economic Sentiment misura il livello di ottimismo degli analisti sugli sviluppi economici previsti per i prossimi 6 mesi. L'indagine copre fino a 350 analisti finanziari ed economici. L'indice è costruito come differenza tra la percentuale di analisti ottimisti e quella di analisti pessimisti sullo sviluppo dell'economia. Pertanto, l'indicatore ZEW misura la fiducia su una scala da -100 (tutti gli analisti prevedono un peggioramento dell'economia) a 100 (tutti gli analisti prevedono un miglioramento). Il valore 0 indica la neutralità.
Gli economisti si aspettano una crescita dell’indice a 18 punti, in rialzo rispetto ai 15 registrati a Gennaio.
Mercoledì 19/2
9.00 Tasso d’inflazione UK (Gennaio): Gli analisti proiettano un’inflazione più alta rispetto a quella di dicembre, al +2.7%, con una crescita anche dell’inflazione Core.
14.00 MBA Mortgage Applications (14 Febbraio): Negli Stati Uniti, il sondaggio settimanale sulle richieste di mutui MBA è una panoramica completa del mercato dei mutui a livello nazionale e copre tutti i tipi di operatori del settore, comprese le banche commerciali, gli istituti di credito e le società di mortgage banking. L'intero mercato è rappresentato dall'Indice di mercato, che copre tutte le richieste di mutuo presentate durante la settimana, sia per l'acquisto che per il rifinanziamento. L'indagine copre oltre il 75% di tutte le richieste di mutui residenziali al dettaglio negli Stati Uniti.
15.30 Permessi di costruzione Prel USA (Gennaio): I permessi di costruzione si riferiscono alle approvazioni rilasciate dalle giurisdizioni locali prima che la costruzione di un edificio nuovo o esistente possa avvenire legalmente. Non tutte le aree degli Stati Uniti richiedono un permesso di costruzione.
21.00 Verbali FOMC USA: Verranno riportate le parole dei funzionari Fed nella riunione di tre settimane fa, durante la quale è stato deciso di mantenere costante il tasso di riferimento.
Giovedì 20/2
15.30 US Initial Jobless Claims (15 Febbraio): Le richieste iniziali di disoccupazione hanno un grande impatto sui mercati finanziari perché, a differenza dei dati sulle richieste continuate che misurano il numero di persone che richiedono sussidi di disoccupazione, le richieste iniziali di disoccupazione misurano la disoccupazione nuova ed emergente.
17.00 Consumer Confidence flash (Febbraio): Nell'area euro, l'indicatore del sentimento economico dei consumatori misura il livello di ottimismo dei consumatori nei confronti dell'economia. L'indagine viene effettuata per telefono e riguarda 23.000 famiglie dell'Area Euro. Il numero di famiglie campione varia a seconda della zona. Le domande si concentrano sulla situazione economica e finanziaria attuale, sulle intenzioni di risparmio e sugli sviluppi previsti per quanto riguarda: gli indici dei prezzi al consumo, la situazione economica generale e i principali acquisti di beni durevoli. L'ESI dei consumatori misura la fiducia dei consumatori su una scala da -100 a 100, dove -100 indica estrema mancanza di fiducia, 0 neutralità e 100 estrema fiducia. L’indice è previsto ancora in territorio negativo, a -14.4, dato leggermente peggiore rispetto a quello di gennaio.
Venerdì 21/2
1.30 Inflazione Giappone YoY (Gennaio): L’inflazione del Giappone è prevista ancora in crescita al 3.7%, mettendo a dura prova la banca centrale giapponese (BOJ) che potrebbe essere costretta ad alzare nuovamente i tassi.
17.00 Vendite di case esistenti USA (Gennaio): Negli Stati Uniti, le vendite di case esistenti avvengono quando i mutui vengono chiusi. La chiusura dell'ipoteca avviene solitamente 30-60 giorni dopo la chiusura del contratto di vendita. Comprendono case unifamiliari, condomini e cooperative. Il numero delle case vendute è previsto in calo rispetto a dicembre, a 4.16M di unità.
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