Perché il tetto del debito è una questione politica
Ecco tutte le novità sui mercati finanziari della settimana.
Le notizie principali
La settimana passata è stata positiva per i principali listini. Le vendite retail sono aumentate ma restano dei dubbi sulla spesa per consumi
Il tetto del debito non è una questione economica ma politica, dove si scontrano due modi di pensare l’economia
Le parole di Powell hanno rasserenato i mercati ma la strada è ancora lunga
Le aspettative degli operatori peggiorano e si allontana l’ipotesi dei tagli dei tassi nel breve periodo
La trimestrale di Alibaba è stata molto positiva, eppure il mercato non ha reagito come molti speravano
La settimana passata
Dopo due settimane in cui i mercati si erano mossi poco, con performance negative sui maggiori indici, la settimana appena passata è stata decisamente positiva. Il NASDAQ ha registrato la performance migliore, segnando un +3% seguito dal S&P500 con un +1,6% e dal Dow Jones con un +0,4%.
Il motore principale della crescita economica è sicuramente la spesa dei consumatori. Il 2023 è iniziato molto forte sotto questo punto di vista, con una crescita dei consumi del 3,7% nel primo trimestre, il ritmo migliore degli ultimi due anni.
Tuttavia alcuni segnali ci dicono che la crescita potrebbe rallentare nei prossimi trimestri. Il rapporto sulle vendite al dettaglio della scorsa settimana ha mostrato che la spesa in Aprile è aumentata a un ritmo più lento del previsto (+0,4% invece del +0,8% inizialmente previsto). A causare la diminuzione sono stati i cali negli articoli sportivi e per l'arredamento per la casa.
C’è comunque un lato positivo che bisogna osservare. Le vendite al dettaglio di Aprile sono state positive dopo due mesi consecutivi di calo.
Questo dato è coerente con gli annunci degli utili trimestrali della scorsa settimana: le trimestrali di Walmart, Target e Home Depot, hanno battuto le aspettative. Tuttavia, la spesa media per carrello è stata inferiore rispetto agli anni precedenti è si è riscontrata una minore domanda di articoli discrezionali come abbigliamento, elettronica e articoli per la casa.
Dando uno sguardo agli indicatori, il Conference Board Leading Economic Index® (LEI) per gli Stati Uniti è sceso dello 0,6% nell'aprile 2023 a 107,5, dopo un calo dell'1,2% a Marzo. Il LEI è sceso del 4,4% nel periodo di sei mesi compreso tra Ottobre 2022 e Aprile 2023, una flessione più marcata rispetto alla contrazione del 3,8% registrata nel semestre precedente (Aprile-Ottobre 2022).
Il LEI per gli Stati Uniti è diminuito per il tredicesimo mese consecutivo in Aprile, segnalando un peggioramento delle prospettive economiche. Per questo motivo il Conference Board prevede una contrazione dell'attività economica a partire dal secondo trimestre, che porterà a una lieve recessione entro la metà del 2023
"La debolezza delle componenti sottostanti è stata diffusa, ma meno che nella lettura di Marzo, che ha portato a un calo minore. Solo i prezzi delle azioni e i nuovi ordini dei produttori di beni strumentali e di consumo sono migliorati in aprile".
Perché il tetto del debito è una questione politica
Della questione del tetto del debito abbiamo già parlato diffusamente nella newsletter della settimana scorsa: tuttavia ci sembra interessante scendere un po’ più nel dettaglio ed analizzare le posizioni politiche.
Prima di cominciare, ci sembra opportuno rammentare ai lettori che il tetto del debito è un retaggio del passato, attualmente adottato da due soli stati al mondo (Danimarca e Stati Uniti). Gli Stati Uniti non avrebbero problemi economici nell’aumentare il tetto, sebbene il sito della Casa Bianca ricordi che il costo del debito sia aumentato notevolmente nell’ultimo anno.
Attualmente democratici e repubblicani si stanno scontrando non tanto sulla decisione di alzare il tetto, mossa necessaria e obbligata, ma sulla spesa pubblica. Infatti i repubblicani della Camera hanno approvato a fatica il Limit, Save, Grow Act per innalzare il tetto del debito fino al maggio 2024.
La legge, sostenuta dallo speaker della Camera, Kevin McCarthy, prevede anche il ritorno delle spese discrezionali federali ai livelli del 2022 e la limitazione degli aumenti annuali all'1%.
Per i democratici questa norma è inaccettabile perché comporterebbe tagli devastanti ai sussidi per i veterani, all'accesso ai servizi per l'infanzia e ai finanziamenti per le infrastrutture.
Le camere sono quindi spaccate: da una parte i repubblicani vorrebbero limitare i programmi di spesa di Biden (è anche una strategia per le prossime elezioni, un modo per limitare i democratici nelle loro promesse elettorali), mentre i democratici vorrebbero aumentare il tetto del debito senza tagliare la spesa pubblica futura.
Le parole di Powell
Venerdì, il presidente della Fed Jerome Powell ha parlato della politica monetaria futura della Fed. Ha esordito parlando delle turbolenze nel settore finanziario americano e di come queste si siano in parte calmate grazie alle contromisure adottate dalla Fed.
Ma ha anche osservato che i problemi della Silicon Valley Bank e di altre banche potrebbero ancora ripercuotersi sull'economia. In relazione a questo ha aggiunto che:
"Gli strumenti di stabilità finanziaria hanno contribuito a calmare le condizioni del settore bancario. Gli sviluppi in questo settore, d'altra parte, stanno contribuendo a inasprire le condizioni di credito e probabilmente peseranno sulla crescita economica, sulle assunzioni e sull'inflazione", ha dichiarato nel corso di una tavola rotonda sulla politica monetaria.
Secondo Powell, proprio per questo motivo la Fed potrebbe non dover aumentare i tassi al livello precedentemente immaginato e ottenere comunque l’effetto di rallentare l’inflazione.
Queste parole non dovrebbero essere viste come un passo indietro rispetto all’obiettivo principale della banca centrale, che è quello di abbassare l’inflazione. Per questo in seguito Powell ha aggiunto che:
"Riteniamo che una mancata riduzione dell'inflazione non solo prolungherebbe il dolore, ma aumenterebbe anche i costi sociali del ritorno alla stabilità dei prezzi, causando danni ancora maggiori alle famiglie e alle imprese, e intendiamo evitarlo rimanendo fermi nel perseguire i nostri obiettivi".
Come cambiano le aspettative dopo il discorso di Powell
Dopo il discorso di Powell gli operatori di mercato hanno ricalibrato le loro aspettative sui futuri tagli dei tassi. Fino a una settimana fa, i mercati prevedevano una probabilità di quasi il 30% di un taglio di 25 punti base alla riunione di Luglio. Oggi questa probabilità è scesa a zero.
Allo stesso modo, la probabilità di un taglio dei tassi nella riunione di Settembre è passata dal 48% al 32%.
Le aspettative iniziali di un taglio dei tassi erano dovute ai dati che dimostravano un rallentamento nell’economia e una moderazione nell’inflazione. Tuttavia, successivamente gli operatori si sono allineati di più a quanto detto da Powell.
In relazione a questo basta vedere come le probabilità di una pausa nei rialzi dei tassi nella sessione di giugno, sono passati dal 99% al 81%.
Questo è anche dovuto al carattere di incertezza dei tagli. Sembra ormai ovvio che tagli ai tassi base non siano programmati dalla Fed, nel corso del 2023. Allo stesso tempo un taglio dipende anche in buona parte dal verificarsi di scenari imprevedibili, come potrebbe essere una crisi creditizia. Le probabilità di tagli nel 2023 sembrano proprio scontare questo e per forza di cose andranno a scendere man mano che “non succede nulla”.
Il NASDAQ da questo punto di vista sta reagendo in modo opposto rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare guardando il TLT (20+ Y Treasury Bonds ETF). Il NASDAQ infatti è da inizio anno ad un +20%, scontando ampiamente la fine dei rialzi dei tassi e dei probabili tagli durante il 2023.
Al contrario il TLT è piatto da inizio anno e in discesa nell’ultimo mese, a dimostrazione che dal lato obbligazionario non ci si aspettano grandi cambiamenti nella politica monetaria, né tantomeno dei tagli durante questo anno.
Per gli investitori sarebbe interessante capire dove si stia sbagliando. Riteniamo che il NASDAQ stia prezzando con troppa certezza un evento abbastanza incerto come il taglio dei tassi, o le obbligazioni stanno tardando a prezzare quelli che sono tagli ai tassi base inevitabili?
La trimestrale di Alibaba
Ancora una volta meglio delle aspettative, ancora una volta ignorata dal mercato. Questa frase riassume la storia di Alibaba, non soltanto nell’ultima trimestrale ma anche nell’ultimo anno.
I risultati della trimestrale di Alibaba sono stati accolti positivamente da tutti gli analisti, meno bene dal mercato. L'anno fiscale 2023 non ha visto una grande crescita dei ricavi, che si sono attestati al 2% YoY (passando da 853,06 miliardi di RMB a 868,69 miliardi di RMB). Il vero punto di svolta è il miglioramento della profittabilità dell’azienda.
Il reddito operativo infatti è aumentato del 44% rispetto all'anno precedente, raggiungendo i 100,35 miliardi, mente l'EPS diluito è cresciuto del 21% rispetto all'anno precedente e l'EBITDA rettificato è aumentato del 13% rispetto all'anno precedente, raggiungendo i 147,91 miliardi di RMB.
A questi dati possiamo aggiungere l'aumento del FCF del 73,61% su base annua a 171,66 miliardi di RMB e la crescita dell’utile netto del 39%, a 65,57 miliardi.
Attualmente la grande opportunità su Alibaba riguarda i possibili spin off dell’azienda. In particolare, il mercato sembra interessato al segmento del cloud. Daniel Zhang, CEO di Alibaba, ha annunciato che il consiglio di amministrazione di BABA ha approvato lo scorporo completo del Cloud Intelligence Group attraverso la distribuzione di un dividendo agli azionisti.
Nonostante il cloud di Alibaba detenga solo il 4% del mercato attuale, si prevede che il cloud computing raggiungerà 1,55 trilioni di dollari entro il 2030, con un CAGR di circa il 14,1%.
La settimana che verrà
Calendario Economico
La prossima settimana sarà caratterizzata da pochi eventi ma alcuni di questi saranno molto significativi. Tra i più interessanti sottolineiamo i verbali FOMC, che verranno guardati con molta attenzione dal mercato, per cercare di leggere tra le righe quella che sarà la politica della Fed d’ora in avanti e il dato sul PCE.
Ecco alcuni degli eventi più interessanti della prossima settimana:
Mercoledì 24/5
13.00 MBA Mortgage Applications (19 Maggio): Negli Stati Uniti, il sondaggio settimanale sulle richieste di mutui MBA è una panoramica completa del mercato dei mutui a livello nazionale e copre tutti i tipi di operatori del settore, comprese le banche commerciali, gli istituti di credito e le società di mortgage banking. L'intero mercato è rappresentato dall'Indice di mercato, che copre tutte le richieste di mutuo presentate durante la settimana, sia per l'acquisto che per il rifinanziamento. L'indagine copre oltre il 75% di tutte le richieste di mutui residenziali al dettaglio negli Stati Uniti.
20.00 Verbali FOMC (Aprile): Negli Stati Uniti, l'autorità di fissare i tassi di interesse è divisa tra il Consiglio dei governatori della Federal Reserve (Board) e il Federal Open Market Committee (FOMC). Il Consiglio decide le variazioni dei tassi di sconto dopo le raccomandazioni presentate da una o più Federal Reserve Bank regionali. Il FOMC decide le operazioni di mercato aperto, compresi i livelli desiderati di moneta della banca centrale o il tasso di mercato dei federal funds desiderato.
Nei prossimi verbali verrà discussa la possibilità che la Fed sospenga la sua politica restrittiva di rialzo dei tassi. Se ciò dovesse avvenire, il mercato potrebbe accogliere molto positivamente la notizia.
Giovedì 25/5
14.30 US Initial Jobless Claims (20 Maggio): Le richieste iniziali di disoccupazione hanno un grande impatto sui mercati finanziari perché, a differenza dei dati sulle richieste continuate che misurano il numero di persone che richiedono sussidi di disoccupazione, le richieste iniziali di disoccupazione misurano la disoccupazione nuova ed emergente. Le nuove richieste di disoccupazione sono state in calo per diversi mesi a dimostrazione di un mercato del lavoro estremamente forte dove la domanda superava l’offerta. Un mercato di questo tipo spinge i salari verso l’alto aumentando notevolmente l’inflazione. Ad oggi gli effetti degli aumenti dei tassi non si vedono ancora in modo marcato nel mercato del lavoro (con un tasso di disoccupazione molto basso) perché le initial jobless claims restano sotto le 300 K unità, in netta discesa nelle ultime 3 settimane.
Venerdì 26/5
14.30 Ordini di beni durevoli (Aprile): Gli ordini di beni durevoli si riferiscono ai nuovi ordini effettuati ai produttori per la consegna di beni durevoli destinati a durare almeno tre anni. Sono un buon indicatore per comprendere la fiducia dei produttori nell’economia. Le stime degli analisti sono di un -0,9% per il mese di Aprile, in netto calo rispetto al +3,2% registrato a Marzo.
14.30 PCE price index YoY (Aprile): Negli Stati Uniti, l'Indice dei prezzi della spesa per consumi personali fornisce una misura dei prezzi pagati per l'acquisto di beni e servizi a livello nazionale. Mentre l'Indice dei prezzi al consumo presuppone un paniere fisso di beni e utilizza pesi di spesa che non cambiano nel tempo per diversi anni, l'Indice dei prezzi della spesa per consumi personali utilizza un indice a catena e si basa sui dati di spesa del periodo corrente e del periodo precedente (noto come Indice dei prezzi di Fisher).
A Marzo, dopo un anno, l’indice era sceso sotto al 5% e il mese di Aprile potrebbe essere altrettanto positivo visti i risultati del CPI.
16.00 Michigan consumer sentiment (Maggio): L'Indice delle aspettative dei consumatori si concentra su tre aree: come i consumatori considerano le prospettive della propria situazione finanziaria, come considerano le prospettive dell'economia generale nel breve periodo e come considerano le prospettive dell'economia nel lungo periodo.
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