La trimestrale di Nvidia stupisce (ma non abbastanza)
Ecco tutte le novità sui mercati finanziari della settimana.
Le notizie principali
Nonostante un inizio turbolento con il "Black Monday 2024", i principali indici di Wall Street hanno registrato risultati positivi, mostrando resilienza grazie a dati economici rassicuranti e segnali della Fed sui futuri tagli dei tassi.
Nvidia ha riportato risultati trimestrali solidi con un raddoppio dei ricavi, ma il prezzo delle azioni è calato a causa di guadagni inferiori alle aspettative e problemi di produzione legati ai nuovi chip.
L'inflazione negli Stati Uniti e nell'Eurozona mostra segnali di stabilizzazione, sostenendo un approccio più aggressivo da parte delle banche centrali, con preoccupazioni riguardo al mercato del lavoro e alla crescita economica.
Gli investitori si aspettano tagli significativi dei tassi da parte della Fed entro la fine dell'anno, ma alcuni analisti avvertono che queste previsioni potrebbero essere troppo ottimistiche.
La settimana passata
Il mese di agosto si è chiuso con segnali contrastanti sui mercati finanziari, ma alla fine i principali indici di Wall Street hanno registrato guadagni complessivi, dimostrando una resilienza nonostante un inizio turbolento. L'indice di riferimento S&P 500 ha chiuso la settimana e il mese in territorio positivo, un risultato impressionante se si considera il drammatico crollo subito all'inizio del mese, noto ormai come il "Black Monday 2024".
Il 5 agosto, l'S&P 500 ha perso il 3% in un solo giorno, scatenando un'ondata di panico tra gli investitori. Questo ribasso è stato provocato da una combinazione di fattori, tra cui lo smantellamento del carry trade sullo yen e le crescenti preoccupazioni per la crescita economica, innescate dal deludente rapporto sui salari non agricoli di luglio. Tuttavia, il resto del mese ha visto un progressivo recupero, alimentato da dati economici che hanno contribuito a calmare i timori di recessione, come i rapporti sull'inflazione e sulle vendite al dettaglio, oltre ai segnali della Federal Reserve di essere pronta a tagliare i tassi di interesse.
Nel corso della settimana appena conclusa, l'attenzione si è concentrata sui risultati trimestrali del gigante dei semiconduttori Nvidia. La società ha dimostrato che la mania per l'intelligenza artificiale è tutt'altro che un fenomeno passeggero, con un raddoppio dei ricavi rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Tuttavia, per gli operatori di mercato ormai abituati a risultati eccezionali e previsioni al rialzo, le ultime prospettive fornite dall'azienda non hanno raggiunto le aspettative più alte. Di conseguenza, Nvidia ha visto un calo significativo delle sue azioni, nonostante i solidi fondamentali.
Per quanto riguarda l'andamento settimanale, l'S&P 500 ha registrato un modesto aumento dello 0,2%, mentre il Dow Jones ha segnato un guadagno dello 0,9%. D'altra parte, il Nasdaq Composite, maggiormente esposto ai titoli tecnologici, ha subito una leggera flessione dello 0,9%.
Guardando all'intero mese di agosto, i principali indici statunitensi hanno chiuso con risultati positivi, nonostante la volatilità che ha caratterizzato gran parte del periodo. L'S&P 500 è salito del 2,3% rispetto alla fine di luglio, rimanendo appena al di sotto del suo massimo storico. Il Dow Jones ha guadagnato l'1,8%, mentre il Nasdaq ha registrato un incremento dello 0,6%.
Nonostante i segnali incoraggianti, il mercato del lavoro continua a essere una fonte di ansia, mettendo sotto pressione i dati sul lavoro, che saranno pubblicati il 6 settembre. Sebbene il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, abbia chiaramente indicato che la banca centrale intende tagliare i tassi di interesse nel prossimo incontro del 17-18 settembre, altri funzionari della Fed hanno espresso pareri contrastanti sulla velocità con cui dovrebbero essere implementati ulteriori tagli.
Al momento, l'economia statunitense sembra in una situazione complessivamente positiva, ma il trend mostra segni di deterioramento, con l'attenzione rivolta principalmente alle prossime mosse della Fed e ai dati economici cruciali in arrivo nelle prossime settimane.
La trimestrale di Nvidia stupisce (ma non abbastanza)
La settimana è stata intensa per il settore tecnologico, con Nvidia e Super Micro Computer sotto i riflettori per motivi diversi ma con una comune pressione delle aspettative di mercato.
Nvidia, leader nel settore dei chip, ha presentato risultati trimestrali che, seppur solidi, non sono riusciti a soddisfare pienamente le altissime aspettative degli investitori. La società ha registrato un raddoppio dei ricavi rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, grazie alla crescente domanda di capacità di intelligenza artificiale da parte dei colossi tecnologici globali. Tuttavia, nonostante questi numeri impressionanti, il prezzo delle azioni Nvidia ha subito un leggero calo. Gli investitori, ormai abituati a risultati straordinari, sono rimasti delusi dal fatto che l’entità dei guadagni fosse inferiore rispetto ai picchi raggiunti nei trimestri precedenti. Inoltre, la società ha riportato un restringimento dei margini di profitto lordo, attribuito a problemi di produzione legati ai suoi nuovi chip Blackwell, che hanno richiesto un adattamento del design. Questi problemi hanno inciso sui costi e, di conseguenza, hanno sollevato ulteriori preoccupazioni sul futuro a breve termine della società.
Parallelamente, Super Micro Computer ha vissuto una settimana difficile, culminata in un drastico calo delle sue azioni del 19% mercoledì. La società, nota per la produzione di server AI che utilizzano i chip di Nvidia, è stata colpita da un devastante report di Hindenburg Research, una delle più note società di short selling. Il report ha accusato Super Micro di gravi irregolarità contabili, tra cui "evidenti segnali d'allarme, transazioni con parti correlate non dichiarate, violazioni delle sanzioni e dei controlli sulle esportazioni, e problemi con i clienti". Queste accuse hanno scatenato il panico tra gli investitori, soprattutto considerando che la società aveva triplicato il suo valore di mercato nei primi mesi del 2024 grazie alla domanda esplosiva di server AI.
Super Micro ha deciso di ritardare la presentazione del suo bilancio annuale alla SEC, una mossa che ha ulteriormente alimentato le preoccupazioni del mercato. Questo episodio evidenzia i rischi connessi all'investimento in società tecnologiche in rapida crescita, specialmente in un settore come quello dell'intelligenza artificiale, dove le aspettative sono incredibilmente alte e il margine per errori o cattiva gestione è estremamente ristretto.
Inflazione USA ed Eurozona: Segnali di rallentamento
Gli ultimi dati sull'inflazione negli Stati Uniti e nell'Eurozona offrono uno spaccato interessante delle tendenze economiche attuali e delle possibili mosse future delle rispettive banche centrali.
Negli Stati Uniti, l'indice PCE, il parametro preferito dalla Federal Reserve per monitorare l'inflazione, è aumentato del 2,5% a luglio rispetto all'anno precedente, in linea con le aspettative degli economisti. Anche l'indice core, che esclude le componenti volatili come cibo ed energia, ha rispettato le previsioni con un incremento del 2,6%. Questi dati non mostrano un'accelerazione rispetto al mese precedente, suggerendo che l'inflazione si stia stabilizzando. Questo scenario sostiene l'ipotesi di un approccio più moderato nei prossimi tagli dei tassi di interesse, piuttosto che interventi aggressivi.
La settimana scorsa, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha espresso maggiori preoccupazioni per un indebolimento del mercato del lavoro piuttosto che per l'inflazione. Questo ha diviso gli investitori, con una maggioranza che prevede un taglio dei tassi di 25 punti base a settembre, coerente con uno scenario di atterraggio morbido. Altri, però, scommettono su una riduzione più consistente, soprattutto se i dati sul mercato del lavoro di agosto, in uscita il 6 settembre, confermeranno un ulteriore rallentamento. Il rapporto sul lavoro di luglio ha infatti mostrato una creazione di posti di lavoro ben al di sotto delle aspettative, con 114.000 nuovi posti, e un aumento del tasso di disoccupazione al 4,3% dal 4,1% precedente.
Anche nell'Eurozona, i dati più recenti sull'inflazione mostrano un rallentamento significativo. Ad agosto, i prezzi al consumo sono aumentati del 2,2% rispetto all'anno precedente, in calo rispetto al 2,6% di luglio. Questo rappresenta il tasso più basso dal 2021, aprendo la strada a un possibile secondo taglio dei tassi da parte della Banca Centrale Europea (BCE) nel prossimo incontro di settembre. Sebbene il calo dell'inflazione sia una notizia positiva, Isabel Schnabel, membro del consiglio della BCE, ha avvertito che il livello attuale dell'inflazione maschera le sfide che la politica monetaria dovrà affrontare. Il suo collega, Olli Rehn, governatore della banca centrale finlandese, ha sottolineato che la disinflazione è sulla buona strada, ma ha anche segnalato che la debolezza della crescita economica avvalora ulteriormente la decisione di un taglio dei tassi.
Tuttavia, i responsabili della politica monetaria a Francoforte dovranno bilanciare due rischi significativi. Da un lato, mentre i prezzi dell'energia hanno contribuito a ridurre l'inflazione complessiva, l'inflazione nel settore dei servizi è rimasta elevata, salendo al 4,2% ad agosto rispetto al 4,0% di luglio. Questo potrebbe portare i lavoratori a chiedere aumenti salariali più consistenti nei prossimi anni, se i tassi di interesse verranno ridotti troppo rapidamente. Dall'altro lato, un taglio dei tassi troppo lento potrebbe far perdere alla BCE l'opportunità di guidare l'economia dell'Eurozona verso un atterraggio morbido, soprattutto considerando la contrazione della Germania e le persistenti difficoltà nel settore manifatturiero europeo.
Aspettative sui tagli dei tassi: il mercato corre troppo?
Le aspettative del mercato riguardo ai futuri tagli dei tassi da parte della Federal Reserve stanno diventando sempre più aggressive, con molti investitori che prezzano una serie di riduzioni significative entro la fine dell'anno. Secondo i dati di CME Group, la maggior parte degli investitori si aspetta un taglio di 25 punti base nei prossimi due incontri della Fed, a settembre e novembre, seguito da un taglio ancora più consistente a dicembre.
Tuttavia, alcuni analisti e gestori di fondi avvertono che queste previsioni potrebbero essere troppo ottimistiche, soprattutto considerando i segnali di rallentamento della crescita economica.
Questa discussione non riguarda solo gli Stati Uniti, ma ha implicazioni globali. Se la Fed dovesse adottare un approccio più graduale, con tagli di 25 punti base per volta, i tassi di interesse negli Stati Uniti rimarrebbero relativamente alti rispetto ad altri paesi per un periodo più lungo. Questo scenario potrebbe attirare investitori verso asset denominati in dollari, rafforzando la valuta statunitense. D'altro canto, un ciclo di allentamento più aggressivo da parte della Fed potrebbe offrire maggiore spazio alle altre banche centrali per ridurre i propri tassi senza indebolire eccessivamente le rispettive valute.
Durante il simposio di Jackson Hole la scorsa settimana, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha segnalato chiaramente che la Fed è pronta a tagliare i tassi a settembre. Tuttavia, ha anche chiarito che non si cerca un ulteriore raffreddamento delle condizioni del mercato del lavoro. Powell è stato attento a non escludere alcuna opzione, sebbene il tono sia stato più accomodante, non ha risolto il dilemma se la Fed inizierà con un taglio di 25 o 50 punti base a settembre. La porta rimane aperta a entrambe le possibilità, ma i dati attuali sembrano più coerenti con un movimento di 25 punti base.
In particolare, i dati sul mercato del lavoro di agosto, attesi per il 6 settembre, potrebbero essere decisivi per la discussione su un taglio di 25 o 50 punti base al prossimo incontro. Il mandato della Fed è quello di garantire la stabilità dei prezzi e promuovere la piena occupazione, con un obiettivo di inflazione annuale del 2%. L'argomento a favore di tagli più aggressivi deriva appunto dalla debolezza del mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione è salito inaspettatamente al 4,3% a luglio, e le cifre sulla creazione di posti di lavoro sono state riviste al ribasso.
Resta da vedere quindi quanto velocemente la Fed deciderà di muoversi per raggiungere gli obiettivi obiettivi della politica monetaria.
La settimana che verrà
Calendario Economico
La prossima settimana sarà caratterizzata da un'attesa crescente per i dati che probabilmente stanno catturando maggiormente l'attenzione del mercato: il report sul mercato del lavoro negli Stati Uniti, che verrà pubblicato venerdì. Questi dati saranno cruciali per determinare le prossime mosse della Federal Reserve e potrebbero influenzare significativamente l'andamento dei mercati finanziari.
Ecco alcuni degli eventi più interessanti della prossima settimana:
Lunedì 2/9
10.00 Dato finale Pil Italia (Q2): I dati finali sul Pil italiano per il secondo trimestre dell’anno sono previsti in crescita allo 0,9%, contro lo 0,6% del trimestre precedente.
Martedì 3/9
16:00 ISM Manufacturing PMI (agosto): Il rapporto ISM sul settore manifatturiero si basa sui dati raccolti dai responsabili degli acquisti e delle forniture a livello nazionale. Le risposte al sondaggio riflettono l'eventuale variazione del mese in corso rispetto al mese precedente. Per ciascuno degli indicatori misurati, il rapporto mostra la percentuale di risposte, la differenza netta tra il numero di risposte in senso economico positivo e negativo e l'indice di diffusione. Una lettura del PMI superiore al 50% indica che l'economia manifatturiera è generalmente in espansione; una lettura inferiore al 50% indica che è generalmente in declino. Gli analisti si aspettano una contrazione, ma in leggero miglioramento rispetto a luglio, passando da 46,8 a 47,8 per agosto.
Giovedì 5/9
16:00 ISM Services PMI (agosto): Il rapporto ISM sui servizi si basa sui dati raccolti dai responsabili degli acquisti e delle forniture a livello nazionale. Le risposte al sondaggio riflettono l'eventuale variazione del mese in corso rispetto al mese precedente. Per ciascuno degli indicatori misurati (attività commerciale, nuovi ordini, arretrati di ordini, nuovi ordini di esportazione, variazione delle scorte, sentiment sulle scorte, importazioni, prezzi, occupazione e consegne ai fornitori), il rapporto mostra la percentuale che riporta ciascuna risposta e l'indice di diffusione. Una lettura dell'indice superiore al 50% indica che l'economia non manifatturiera in quell'indice è generalmente in espansione; una lettura inferiore al 50% indica che è generalmente in calo. Gli ordini ai produttori di servizi rappresentano circa il 90% dell'economia statunitense. Gli analisti prevedono un risultato di 51,5, in leggera espansione e in linea con il 51,4 di luglio.
Venerdì 6/9
11.00 Stime Pil Eurozona (Q2): la terza stima è attesa con una crescita nel trimestre di uno 0,3% rispetto allo scorso trimestre e di uno 0,6% anno su anno.
14.30 Dati mercato del lavoro USA (agosto): venerdì verranno emessi i dati sul mercato del lavoro USA, cruciali in vista del prossimo meeting Fed. In particolare l’attesa è di un incremento della creazione dei posti di lavoro a 163K, rispetto i 114K di luglio. Inoltre si prevede una riduzione del tasso di disoccupazione, che dovrebbe assestarsi al 4,2%, rispetto al 4,3% dello scorso mese.
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