La Germania affronta una delle sue peggiori crisi economiche
Ecco tutte le novità sui mercati finanziari della settimana.
Le notizie principali
Dow Jones +3.7%, S&P 500 +2.9%, NASDAQ +2.4% nella settimana. I Treasury calano grazie a dati positivi sull'inflazione, riducendo i timori di nuovi rialzi dei tassi, mentre le aspettative sui tagli si spostano verso Luglio 2025.
Una inflazione più bassa delle attese fa volare i mercati, con i costi per le abitazioni, la componente che pesa di più nel CPI, che registra la crescita più bassa dal 2022.
Il PIL cinese cresce del 5% nel 2024, trainato da esportazioni e manifattura, grazie alle esportazioni anticipate per evitare le tariffe di Trump. La domanda interna rimane debole e la crisi demografica contribuisce ad aumentare le preoccupazioni di Pechino.
Il PIL tedesco cala dello 0.2% nel 2024, segnando il secondo anno consecutivo di contrazione. La crisi del settore auto e gli investimenti aziendali in calo pesano sull’economia, mentre le elezioni saranno decisive per affrontare la questione del freno al debito.
La settimana passata
Questa settimana si è rivelata estremamente positiva per tutti gli indici americani: il Dow Jones è cresciuto di +3.7% seguito dal 2.9% del S&P500 e dal 2.4% del NASDAQ. Il petrolio supera i 77$ al barile, un aumento di quasi il 20% rispetto a Dicembre.
Normalmente l’aumento dei rendimenti dei titoli di stato è considerato positivo per l'economia: In questo caso è stato interpretato come negativo per i mercati, a causa delle preoccupazioni sull'inflazione e sulla politica della Fed.
Tra Agosto e Settembre 2024 abbiamo assistito ad un calo dei rendimenti dei titoli di stato, sull’onda dei dati positivi che vedevano l’inflazione vicina al target del 2%. Con i rialzi dei mesi scorsi i Treasury hanno toccato il 4.8%, massimo degli ultimi 14 mesi, per poi calare questa settimana grazie a dati positivi sull'inflazione.
È la terza volta dall'inizio del mercato rialzista nell’Ottobre 2022 che il rendimento supera il 4.5%, una soglia che in passato ha provocato un calo dei mercati, che tuttavia non ha mai arrestato il bull market.
I rendimenti obbligazionari storicamente raggiungono il picco al termine dei cicli di rialzo dei tassi della Fed, come avvenuto negli ultimi 40 anni.
Nella metà degli anni ‘90 si è assistito ad un caso simile. La Fed ottenne un "atterraggio morbido" senza un indebolimento significativo dell’economia, ma dopo che i tassi furono ridotti di tre volte dopo un rialzo, i rendimenti a 10 anni crebbero di circa 1.5% senza però tornare ai massimi precedenti.
Oggi la Fed considera la sua politica sufficientemente restrittiva, e potrebbe decidere di non operare nessun taglio nel 2025. Tuttavia reputiamo improbabile ulteriori aumenti dei tassi a meno di fiammate inflazionistiche improvvise, causate dalle politiche di Trump.
Gli USA sorprendono con un’inflazione più bassa e le borse volano
I risultati dell’inflazione statunitense sono stati migliori rispetto a quanto ci si aspettasse, guidando un forte rialzo dei mercati. Anche le trimestrali delle grandi banche americane hanno aiutato, riportando utili superiori rispetto alle analisi.
Citigroup, Goldman Sachs e Wells Fargo hanno registrato incrementi di circa il 6%, trainati dalla forza delle attività di trading e investment banking.
Allo stesso tempo, il Bureau of Labor Statistics ha mostrato un'inflazione annua complessiva al 2.9% a Dicembre, in linea con le attese, ma con un’inflazione core inaspettatamente in calo al 3.2% rispetto al 3.3% del mese precedente.
L'edilizia abitativa, la componente più importante del paniere CPI, è aumentata del 4.6% rispetto all'anno scorso, l'incremento più contenuto dal Gennaio 2022.
Negli ultimi mesi i dati erano stati peggiori rispetto alle aspettative e il recente aumento del prezzo del petrolio potrebbe portare ad ulteriori aumenti dell’inflazione nel mese di Gennaio.
Questi dati hanno alleviato i timori di una seconda ondata inflazionistica e migliorato le prospettive per i mercati, spingendo gli investitori a rivedere al rialzo le aspettative sui tagli dei tassi della Federal Reserve.
Anche i rendimenti dei Treasury sono calati a seguito della notizia: il rendimento a due anni è sceso al 4.27%, mentre quello a dieci anni è diminuito al 4.65%.
Ad oggi gli investitori prevedono che la Fed possa effettuare il primo taglio dei tassi già a Luglio, anticipando di due mesi le aspettative precedenti. La maggior parte degli analisti ritiene improbabile un taglio dei tassi nella prossima riunione, con proiezioni che indicano solo ulteriori 50 punti base di riduzione nel corso dell'anno.
Una vittoria di Pirro per la Cina
Sono stati pubblicati i risultati della crescita dell’economia cinese nel 2024, che ha registrato un incremento del 5%, sostenuta dal settore manifatturiero in espansione e da esportazioni anticipate per evitare i possibili dazi statunitensi.
Il quarto trimestre, i cui dati sono stati pubblicati venerdì, ha visto un incremento del PIL del 5.4% su base annua. Il 5% di crescita annualizzato è stato superiore alle aspettative degli economisti (4.9%), ma inferiore al 5.2% del 2023.
Si tratta di uno dei tassi di crescita più bassi dal 1990, esclusi gli anni segnati dalla pandemia. Per cercare di stimolare l’economia, Pechino ha adottato una politica monetaria espansiva, con investimenti infrastrutturali e rifinanziamenti del debito locale.
Questi interventi hanno rafforzato la fiducia nel breve termine, ma i rischi di deflazione restano elevati: i prezzi alla produzione sono in calo da oltre due anni e l'inflazione al consumo a Dicembre è stata solo dello 0.1%.
Se da una parte la Cina gode di ottimi risultati lato esportazioni e crescita del settore manifatturiero (+5.8%), la domanda interna resta debole. Le vendite al dettaglio sono cresciute solo del 3.5%, riflettendo la riluttanza dei consumatori a spendere, aggravata dalla crisi immobiliare.
I prezzi degli immobili residenziali sono diminuiti nelle principali città, ad eccezione di Shanghai.
Uno dei grandi pericoli per il paese è la crisi demografica. Per il terzo anno consecutivo abbiamo assistito ad un calo della popolazione. Il saldo negativo demografico di 1.4 milioni, nonostante un leggero aumento delle nascite, accentua le pressioni sul consumo e sull'economia.
L'avanzo commerciale cinese ha raggiunto un record di quasi 1 bilione di dollari grazie alle esportazioni, ma questo risultato dipende dall’accelerazione delle esportazioni per anticipare i dazi di Trump.
Mentre la crescita è trainata dalla manifattura e dalle esportazioni, i consumatori restano il punto debole dell’economia cinese. Gli analisti prevedono un rallentamento dal secondo trimestre 2025, complici stimoli limitati e la persistente debolezza del mercato immobiliare.
La Germania affronta una delle sue peggiori crisi economiche
La locomotiva d’Europa è più ferma che mai. L'economia tedesca ha registrato per il secondo anno consecutivo un calo del PIL, con una contrazione dello 0.2%, dopo che nel 2023 il PIL si era già ridotto dello 0.3%.
Si tratta del periodo di stagnazione più lungo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, con una performance nettamente inferiore rispetto ad altre economie avanzate.
In questo contesto le prossime elezioni saranno fondamentali per determinare il nuovo orientamento politico ed economico del paese. Merz, leader dell'Unione cristiano-democratica, favorito per la carica di cancelliere, promette riforme radicali, incluse riduzioni della burocrazia, delle tasse e dei sussidi per i disoccupati.
Tra i temi più caldi troviamo sicuramente la deindustrializzazione, le infrastrutture obsolete e il discusso freno al debito pubblico.
L'ultimo trimestre del 2024 ha visto una flessione dello 0.1% rispetto al trimestre precedente, sorprendendo negativamente gli economisti. La Bundesbank prevede una crescita minima dello 0.1% per il 2025, che però si tramuterebbe in una decrescita qualora si instaurasse una guerra di dazi con gli Stati Uniti.
Il settore trainante dell’industria tedesca, quello delle automobili, è in crisi. Nonostante le vendite complessive non siano calate rispetto al 2015, la produzione di veicoli si è contratta del 30%.
Nel 2024, la produzione manifatturiera è diminuita del 3%, mentre gli investimenti aziendali sono calati del 2.8%.
Dall'inizio della pandemia, l'economia tedesca ha stentato a riprendersi: la produzione industriale è ancora oltre il 10% sotto il picco pre-crisi, e la disoccupazione è tornata a salire dopo un periodo di calo.
La settimana che verrà
Calendario Economico
La prossima settimana sarà priva di eventi particolarmente rilevanti, anche se vogliamo sottolineare la pubblicazione dei dati sull’inflazione giapponese che orienteranno la scelta della Banca Centrale nazionale nell’alzare o meno i tassi d’interesse.
Ecco alcuni degli eventi più interessanti della prossima settimana:
Martedì 21/1
12.00 ZEW Economic Sentiment EU (Dicembre): Nell'area euro, l'indice ZEW Economic Sentiment misura il livello di ottimismo degli analisti sugli sviluppi economici previsti per i prossimi 6 mesi. L'indagine coinvolge fino a 350 analisti finanziari ed economici. L'indice è costruito come differenza tra la percentuale di analisti ottimisti e quella di analisti pessimisti sullo sviluppo dell'economia. Pertanto, l'indicatore ZEW misura la fiducia su una scala da -100 (tutti gli analisti prevedono un peggioramento dell'economia) a 100 (tutti gli analisti prevedono un miglioramento). Il valore 0 indica la neutralità.
Mercoledì 22/1
14.00 MBA Mortgage Applications (17 Gennaio): Negli Stati Uniti, il sondaggio settimanale sulle richieste di mutui MBA è una panoramica completa del mercato dei mutui a livello nazionale e copre tutti i tipi di operatori del settore, comprese le banche commerciali, gli istituti di credito e le società di mortgage banking. L'intero mercato è rappresentato dall'Indice di mercato, che copre tutte le richieste di mutuo presentate durante la settimana, sia per l'acquisto che per il rifinanziamento. L'indagine copre oltre il 75% di tutte le richieste di mutui residenziali al dettaglio negli Stati Uniti.
Giovedì 23/1
15.30 US Initial Jobless Claims (11 Gennaio): Le richieste iniziali di disoccupazione hanno un grande impatto sui mercati finanziari perché, a differenza dei dati sulle richieste continuate che misurano il numero di persone che richiedono sussidi di disoccupazione, le richieste iniziali di disoccupazione misurano la disoccupazione nuova ed emergente.
17.00 Consumer confidence Flash EU (Dicembre): Nell'Area Euro, l'indicatore del sentimento economico dei consumatori misura il livello di ottimismo dei consumatori nei confronti dell'economia. L'indagine viene effettuata per telefono e copre 23.000 famiglie dell'Area Euro. Il numero di famiglie campione varia a seconda della zona. Le domande si concentrano sulla situazione economica e finanziaria attuale, sulle intenzioni di risparmio e sugli sviluppi previsti per quanto riguarda: gli indici dei prezzi al consumo, la situazione economica generale e i principali acquisti di beni durevoli. L'ESI dei consumatori misura la fiducia dei consumatori su una scala da -100 a 100, dove -100 indica estrema mancanza di fiducia, 0 neutralità e 100 estrema fiducia.
Venerdì 24/1
1.30 Tasso d’inflazione Giappone (Dicembre): Gli economisti prevedono un’inflazione del 2.6%, un valore più basso del dato di Novembre.
5.00 Decisione tassi d’interesse BoJ: Gli analisti si aspettano che la Banca Centrale giapponese alzerà i tassi di riferimento a 0.50% nella prossima riunione. L’ultimo rialzo ha provocato numerosi scossoni nel mercato, durante il mese di Agosto.
17.00 Vendite di case esistenti USA (Dicembre): Negli Stati Uniti, le vendite di case esistenti avvengono quando i mutui vengono chiusi. La chiusura dell'ipoteca avviene solitamente 30-60 giorni dopo la chiusura del contratto di vendita. Sono comprese le case unifamiliari, i condomini e le cooperative.
17.00 Michigan consumer sentiment final (Gennaio): L'Indice delle aspettative dei consumatori si concentra su tre aree: come i consumatori considerano le prospettive della propria situazione finanziaria, come considerano le prospettive dell'economia generale nel breve periodo e come considerano le prospettive dell'economia nel lungo periodo. Gli economisti si aspettano un leggero calo dell’indice rispetto al mese precedente, da 74 punti a 73.2.
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