La Fed affossa i mercati (ma è salutare)
Ecco tutte le novità sui mercati finanziari della settimana.
Le notizie principali
La forte volatilità della scorsa settimana è in linea con le spettacolari performance del mercato azionario del 2024. Nonostante ciò i fondamentali dell’economia restano solidi anche per il 2025.
L’annuncio da parte della Fed di un sostanziale rallentamento nella riduzione dei tassi d’interesse nel 2025 ha portato agitazione nei mercati, che prospettavano una politica più accomodante da parte della Fed.
La Presidente della Banca Centrale russa, deve fronteggiare un’inflazione che si sta impennando e un’economia che comincia a scricchiolare in più punti, con molte voci nel Cremlino che sono contrarie ad un restringimento della politica monetaria.
Il primo grande traguardo di Milei è stato raggiunto, con l’Argentina che finalmente segna una crescita del PIL nel terzo trimestre dell’anno.
La settimana passata
Un giovedì nero ha rischiato di compromettere l’intera settimana, ma il venerdì abbiamo assistito ad un rimbalzo dei principali indici. Nonostante questo, la settimana appena passata si chiude in perdita, con il Dow Jones che scende del -2.3%, seguito dal S&P500 al -2.0% e dal NASDAQ al -1.8%. Anche il petrolio perde e torna sotto i 70$ al barile.
Quest’anno è stato stellare per i principali indici americani e non dobbiamo sorprenderci di vedere, dopo il +27% nell'indice S&P 500, una lieve correzione, specialmente con l'avvicinarsi della fine dell'anno, quando gli investitori vendono per compensare perdite fiscali.
Nonostante il calo registrato dopo la riunione della Fed la scorsa settimana, l'S&P 500 rimane comunque in rialzo del 24%, mentre l'indice Dow Jones, meno esposto al settore tecnologico, è cresciuto del 14%.
Anche i rendimenti obbligazionari sono aumentati, con il rendimento del Treasury statunitense a 10 anni ora superiore al 4,5%, guidati dalle aspettative più moderate di tagli dei tassi.
I fondamentali per una crescita del mercato nel 2025 sono ancora solidi, anche se il prossimo anno dovranno essere affrontate numerose questioni, dalle politiche tariffarie di Trump alla gestione oculata dei tassi.
Le nuove previsioni della Fed indicano una crescita economica migliore e un tasso di disoccupazione più basso rispetto alle stime di Settembre.
Le proiezioni indicano una crescita del PIL statunitense del 2.1% nel 2025, rispetto al 2.0% della riunione di Settembre. Inoltre, il tasso di disoccupazione è ora previsto al 4.3% per il 2025, contro il 4.4% della riunione del FOMC di Settembre.
La Fed affossa i mercati (ma è salutare)
I mercati hanno reagito con preoccupazione all’ultima riunione della Fed che si è tenuta mercoledì. La Fed ha ridotto i tassi di interesse di un quarto di punto percentuale, portandoli a un intervallo compreso tra il 4.25% e il 4.5%, in linea con le aspettative degli analisti.
Tuttavia, ha anche indicato che le prossime riduzioni saranno più lente, generando un rafforzamento del dollaro, ai massimi da due anni. Il taglio rappresenta il terzo intervento consecutivo di questo tipo.
Le nuove previsioni della Fed mostrano una riduzione meno marcata dei tassi nel 2025 rispetto a quanto atteso, nel tentativo di arginare un’inflazione ancora troppo elevata: infatti, i responsabili politici hanno rivisto al rialzo le stime sull’inflazione per l’anno prossimo.
Il presidente della Fed, Jay Powell, ha descritto le recenti decisioni come una “nuova fase” della politica monetaria, caratterizzata da maggiore cautela nell’allentare ulteriormente.
L’inflazione core, l’indicatore preferito della Fed, è al 2.8%, mentre le previsioni indicano un’inflazione di base al 2.5% nel 2025 e al 2.2% nel 2026. I tassi di disoccupazione, invece, dovrebbero stabilizzarsi al 4.3% nei prossimi anni.
La Fed ha anche rivisto al rialzo il tasso neutrale, portandolo al 3%, rispetto al 2.5% stimato l’anno scorso.
Le nuove previsioni di tagli indicano una riduzione di appena 50 punti base nel 2025, che porterebbero i tassi a un range del 3.75-4%. Tuttavia, quattro policy maker hanno ipotizzato uno o nessun taglio per il prossimo anno.
L’economia russa sta sfuggendo di mano a Putin
Gli analisti internazionali che seguono la Russia sono stati stupiti nel vedere la decisione della Banca Centrale russa di mantenere il tasso d'interesse al 21%. Questa decisione è probabilmente stata influenzata dalle pesanti critiche rivolte da figure influenti nel Cremlino contro l’approccio aggressivo della Banca Centrale.
L’aumento dei tassi d’interesse fino al 23% doveva essere un tentativo per tenere sotto controllo un’economia di guerra fortemente surriscaldata, in un contesto di svalutazione del rublo, che favorisce le esportazioni del paese.
Dalla scorsa estate, i tassi sono cresciuti rapidamente e ora superano quelli registrati immediatamente dopo l’invasione dell’Ucraina nel Febbraio 2022, scatenando forti critiche nel governo.
La crescita della domanda interna supera l'offerta, mentre la disoccupazione rimane bassa (2.3%) e la produttività stagnante. Gli economisti prevedono un'inflazione fino al 10% entro fine 2024, spinta dalla spesa per la difesa e dall'espansione del settore dei consumi. Attualmente, l’inflazione annuale stimata è del 9.5%, molto lontana dall’obiettivo del 4%.
Il rublo continua a svalutarsi dai minimi registrati quest’estate, scendendo di un ulteriore 20%. Intanto, la spesa pubblica in crescita continua a finanziare l’industria della difesa, che opera incessantemente, mentre il settore civile fatica a tenere il passo.
Nonostante le critiche, la presidente della Banca Centrale Nabiullina, gode del sostegno di Putin, che è consapevole dei rischi economici della guerra che sta portando avanti.
Durante la conferenza annuale, Putin ha parlato di "inflazione" e "surriscaldamento dell’economia", aggiungendo che governo e banca centrale stanno lavorando per ridurre il ritmo.
I tassi d'interesse probabilmente non scenderanno a breve. Nabiullina ha lasciato intendere che i tassi potrebbero restare stabili nel nuovo anno, rinviando qualsiasi decisione al prossimo incontro di Febbraio.
Tassi così elevati sono un grande problema per l’economia russa che potrebbe resistere ancora 2 o 3 anni in queste condizioni. La crisi economica potrebbe spingere Putin a cercare un accordo per porre fine alla guerra entro il prossimo anno.
Indicatori economici mostrano problemi strutturali sempre più difficili da nascondere. Un esempio è l’aumento vertiginoso degli stipendi dei lavoratori low-skilled nel settore della difesa (+45%) che priva altri settori, come quello edilizio, di manodopera.
L’espansione occupazionale nella difesa serve per sostenere lo sforzo bellico e non rappresenta una vera crescita della produttività. In Russia c’è una grave carenza di lavoratori qualificati, stimata in 1.5 milioni di persone, in settori chiave come costruzioni, trasporti e servizi pubblici.
Il primo grande traguardo di Milei
Il terzo trimestre è stato un momento di svolta per l'Argentina, che finalmente è uscita da una grave fase di recessione. Il prodotto interno lordo è cresciuto del 3.9% tra Luglio e Settembre, destagionalizzato rispetto al trimestre precedente.
Si tratta del primo segnale di ripresa economica dell'Argentina da quando è entrata in recessione alla fine del 2023. Tuttavia, rispetto allo stesso trimestre del 2023, il PIL ha registrato un calo del 2.1%.
Questa ripresa arriva dopo un anno di mandato di Milei, nella speranza che possa continuare in modo costante anche nei trimestri successivi. Le sue politiche hanno contribuito a ridurre l'inflazione annuale, che aveva raggiunto livelli a tre cifre.
Sicuramente i mercati hanno apprezzato i risultati portati fino ad oggi dal leader. Il premio richiesto dagli investitori rispetto ai Treasury statunitensi per detenere il debito argentino è sceso del 4.4%, attestandosi a 677 punti base, in netto miglioramento rispetto a quando Milei si è insediato.
Milei si è trovato nella spiacevole situazione di dover combattere una feroce crisi economica insieme ad un’inflazione estremamente elevata: i tagli alla spesa pubblica hanno fatto crescere il tasso di povertà al 53%.
JPMorgan prevede che l'economia argentina si contrarrà del 3% quest'anno, ma stima una crescita del 5.2% nel 2025. Questo incremento riporterebbe il PIL pro capite ai livelli del 2021, periodo in cui il Paese si stava riprendendo dalla pandemia.
La ripresa economica è dipesa da un aumento della spesa per consumi e investimenti, dopo il drastico calo dell'anno precedente, e dal continuo sviluppo delle esportazioni agricole e minerarie. Il settore manifatturiero e l’immobiliare continuano invece a contrarsi e rimangono in forte difficoltà.
L'economia argentina continuerà a crescere nel 2025, anche se in modo più contenuto, che si stima essere intorno al 5%: tuttavia i benefici non saranno distribuiti in modo omogeneo tra tutti i settori e tutti i lavoratori.
La settimana che verrà
Calendario Economico
La settimana di Natale è da sempre un periodo in cui non sono presenti molti eventi di particolare importanza. Per questo, in via eccezionale, dedichiamo questo spazio per fare un ringraziamento sentito a tutti i nostri lettori, per il supporto dedicatoci in questo anno, con la speranza di avervi portare valore con le nostre newsletter settimanali.
Buon Natale.
Ecco alcuni degli eventi più interessanti della prossima settimana:
Lunedì 23/12
17.00 CB Consumer Confidence USA (Dicembre): Il Conference Board (CB) Consumer Confidence misura il livello di fiducia dei consumatori nell'attività economica. Si tratta di un indicatore anticipatore in quanto può prevedere la spesa dei consumatori, che svolge un ruolo importante nell'attività economica complessiva. Letture più elevate indicano un maggiore ottimismo dei consumatori. Gli analisti prevedono una crescita dell’indice dal 111.7 a 112.4.
Martedì 24/12
15.30 Ordini di beni durevoli USA MoM (Novembre): Gli ordini di beni durevoli si riferiscono ai nuovi ordini effettuati ai produttori per la consegna di beni durevoli destinati a durare almeno tre anni.
17.00 Vendite nuove case USA YoY (Novembre): La vendita della nuova casa avviene con la firma di un contratto di vendita o con l'accettazione di una caparra. La casa può essere in qualsiasi fase di costruzione: non ancora iniziata, in costruzione o già completata. Le vendite di case nuove rappresentano circa il 10% del mercato immobiliare statunitense. Le vendite di nuove case monofamiliari sono estremamente volatili da un mese all'altro e i dati preliminari sono soggetti ad ampie revisioni perché sono per lo più ricavati dai dati dei permessi di costruzione. La previsione è di 0.66M di unità rispetto a Novembre 2023.
Giovedì 26/12
13.00 MBA Mortgage Applications (Dicembre): Negli Stati Uniti, il sondaggio settimanale sulle richieste di mutui MBA è una panoramica completa del mercato dei mutui a livello nazionale e copre tutti i tipi di operatori del settore, comprese le banche commerciali, gli istituti di credito e le società di mortgage banking. L'intero mercato è rappresentato dall'Indice di mercato, che copre tutte le richieste di mutuo presentate durante la settimana, sia per l'acquisto che per il rifinanziamento. L'indagine copre oltre il 75% di tutte le richieste di mutui residenziali al dettaglio negli Stati Uniti.
15.30 US Initial Jobless Claims (21 Dicembre): Le richieste iniziali di disoccupazione hanno un grande impatto sui mercati finanziari perché, a differenza dei dati sulle richieste continuate che misurano il numero di persone che richiedono sussidi di disoccupazione, le richieste iniziali di disoccupazione misurano la disoccupazione nuova ed emergente.
Ultimi video usciti sul mio canale YouTube
Nella mia attività di consulente finanziario indipendente CFA charter holder, sono sempre ad incontrare persone diverse, che mi pongono di volta in volta quesiti diversi. Ma alcune domande sono maggiormente ricorrenti e le ricevo più spesso. In questo video voglio rispondere alle 10 domande che ricevo più spesso nel mio lavoro di consulente.
Siamo alla fine del 2024, un anno ricco di soddisfazioni che merita un momento di riflessione per tirare le somme. È anche il momento di guardare avanti e definire gli obiettivi per il 2025, ormai alle porte. Obiettivi che abbracciano il mio percorso professionale, la crescita personale e, naturalmente, le scelte di investimento. Come sempre, è un piacere condividere con voi ogni passo di questo viaggio. Grazie per il vostro supporto continuo: siete parte integrante della mia crescita in tutti gli ambiti di cui parlo in questo video.
Gli ETF sono senza dubbio tra i prodotti finanziari più innovativi, ma la serie Efficient Core di WisdomTree, già affermata negli Stati Uniti, promette di alzare ulteriormente l’asticella. Grazie all’uso strategico dei derivati, questa gamma offre un potenziale vantaggio competitivo rispetto a prodotti simili, come i LifeStrategy di Vanguard. Tuttavia, anche questi ETF non sono esenti da limiti. In questo video, analizziamo a fondo questa soluzione per capire se può davvero fare la differenza.