La discesa dell’inflazione disegna la riduzione dei tassi della Fed
Ecco tutte le novità sui mercati finanziari della settimana.
Le notizie principali
I dati positivi delle vendite retail e delle richieste di disoccupazione hanno tranquillizzato i mercati, allontanando lo spettro della recessione.
L’inflazione al di sotto delle aspettative, così come il PPI, sono indicatori preziosi per la Fed. Gli analisti si aspettano una riduzione dei tassi di 25 punti base a settembre e di 100 punti base entro la fine dell’anno.
Quattro motivi principali rendono così interessante l’India come paese su cui investire: un’economia orientata ai servizi, un grande bacino di talenti STEM, lo spirito imprenditoriale e la maturazione dei mercati dei capitali, proiettano il paese verso una forte crescita.
Per la prima volta dal 2018, anno di partenza del progetto, oltre 40 paesi in Africa testeranno il mercato libero, con un’eliminazione dei dazi sul 97% dei prodotti.
La settimana passata
Dopo un drastico ritracciamento dei mercati durante la scorsa settimana, i principali listini americani sono tornati al punto di partenza. Il NASDAQ è salito del +5,3% seguito dal S&P500 al +3,9% e dal Dow Jones al +2,9%. Il petrolio continua ad essere al di sotto dei 76$ al barile.
La ripresa è frutto di ottimi dati macroeconomici usciti questa settimana, tra cui quello dell’inflazione di cui parleremo più avanti. Uno dei dati più rilevanti è stato quello delle vendite al dettaglio.
Le vendite al dettaglio sono cresciute dell'1% su base mensile, superando ampiamente le previsioni dello 0,4% e il calo del -0,2% registrato nel mese precedente. La spesa è stata diffusa, con 11 delle 13 principali categorie che hanno registrato incrementi positivi, trainate da un marcato recupero nelle vendite di auto.
Anche l’indice sulle aspettative dei consumatori dell'Università del Michigan, ha segnato il trend positivo, raggiungendo quota 72,1, contro le stime di 68,51. Entrambe le serie di dati indicano che i consumatori statunitensi continuano a spendere e mantengono un certo ottimismo riguardo al futuro.
Un altro indicatore significativo, pubblicato settimanalmente, riguarda le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione. La buona notizia è che, dopo aver raggiunto un picco di 250.000 richieste due settimane fa, le domande di sussidio sono diminuite costantemente, fino a toccare le 227.000 unità.
La discesa dell’inflazione disegna la riduzione dei tassi della Fed
Uno dei dati più attesi dopo il recente ritracciamento dei mercati, era quello sull’inflazione negli Stati Uniti. La pubblicazione ha battuto le aspettative degli analisti che prevedevano un dato stabile al 3%.
Per la prima volta da marzo 2021, l’inflazione è stata al di sotto del 3%, segnando una crescita di appena il 2,9%. L'incremento annuale dell'indice dei prezzi al consumo è stato di appena 0,1 punti percentuali inferiore al dato di giugno.
I funzionari della Fed hanno cercato ulteriori prove che l'inflazione si stia raffreddando in modo sostenibile prima di ridurre i tassi di interesse, dato che gli americani mostrano segni di rallentamento nella spesa e lo spettro della recessione si affaccia alla porta.
La forte diminuzione della crescita occupazionale registrata all'inizio del mese ha sollevato preoccupazioni sul fatto che la banca centrale possa aver aspettato troppo a lungo prima di ridurre i tassi. Il rapporto dell’occupazione di agosto, che verrà pubblicato all'inizio di settembre, sarà il più rilevante dell'anno.
Gli investitori continuano a prevedere un taglio complessivo di un punto percentuale entro la fine dell'anno. L’idea comune è che la Fed possa tagliare di 25 punti base a settembre, per poi calare ulteriormente nelle ultime sedute dell’anno. Un taglio superiore di 25 punti base si avrebbe solo assistendo ad un crollo dell’occupazione di agosto.
I dati ci dimostrano che c’è stata una riduzione dei prezzi mensili in diverse categorie, tra cui prodotti alimentari (come cereali e prodotti da forno), abbigliamento, veicoli nuovi e usati, e persino tariffe aeree.
Tuttavia, l'inflazione è rimasta alta in settori come l'alloggio e l'affitto, nonché nelle assicurazioni per veicoli a motore. L'aumento delle spese legate all'abitazione ha rappresentato quasi il 90% dell'incremento mensile dello 0,2% dell'IPC, contribuendo a far salire l'inflazione dei servizi allo 0,3% nel mese.
L'indice dell'energia è rimasto invariato a luglio, dopo due mesi consecutivi di calo, e i costi relativi a biglietti aerei, abbigliamento e veicoli usati hanno contribuito a contenere il tasso di inflazione complessivo.
Quattro motivi che rendono l’India interessante per il futuro
L’India è il paese più popoloso della terra e una delle economie a più rapida crescita. Per molti anni si è parlato del paese come un potenziale rivale economico emergente degli Stati Uniti, dell'UE e della Cina, ma questa concezione non si è mai concretizzata. La situazione ora potrebbe essere diversa.
Quattro qualità sottovalutate dell'economia indiana la proiettano di diritto tra le nazioni a più alta crescita dei prossimi anni.
La prima riguarda l’importante economia dei servizi che si sta sviluppando nel paese. L’India non è più il call center del mondo: molte multinazionali stanno sviluppando "centri di capacità globali", dove si realizzano le componenti più redditizie dei loro business model, come la progettazione, la ricerca e sviluppo e l'analisi dei dati.
Grandi aziende come IBM, Google, Goldman Sachs e Novartis hanno stabilito questi centri in India. All'inizio del 2023, l'India rappresentava oltre il 45% dei centri di capacità globali nel mondo, al di fuori del paese d'origine, secondo Ernst & Young.
Nell’economia dello sviluppo esiste un percorso tradizionale seguito dai paesi. Le nazioni che hanno visto una rapida crescita dalla rivoluzione industriale in poi, lo hanno fatto spostando il surplus agricolo verso la manifattura a basso costo, e successivamente verso la manifattura e i servizi ad alta specializzazione.
Giappone, Corea del Sud e Cina sono riusciti a compiere il primo passo molto più velocemente rispetto a Stati Uniti ed Europa. L’India al contrario ha saltato direttamente la fase intermedia, specializzandosi nei servizi integrati.
Questo potrebbe aver causato da una parte una iniqua distribuzione della ricchezza, ma ha dato all’India una spinta importante in questa economia globale dominata dai servizi.
Il secondo punto riguarda l’istruzione superiore e lo sviluppo dei talenti. Da dove deriva il vantaggio comparativo emergente dell'India nei servizi?
Ha una delle forze lavoro più giovani e numerose al mondo, con circa 1 milione di lavoratori che entrano nel mercato del lavoro ogni mese.
Oltre un terzo degli studenti indiani sceglie una laurea nelle discipline STEM: queste scelte hanno creato il più vasto bacino di laureati al mondo in campi come i servizi digitali, l'ingegneria, l'informatica e la scienza dei dati.
Queste competenze sono ovviamente molto richieste negli Stati Uniti e in Europa, che possono beneficiarne a distanza con la creazione di rami locali delle multinazionali.
Un altro elemento rilevante sono sicuramente le rimesse, ovvero i soldi guadagnati dagli indiani espatriati che ritornano in patria. Nel 2023 hanno raggiunto la cifra record di 125 miliardi di dollari, il più alto tra tutti i paesi.
Il terzo punto è lo spirito imprenditoriale, un elemento difficile da definire e spesso sottovalutato.
In India, il "Jugaad", ovvero l'innovazione frugale, è parte integrante della vita quotidiana.
Un esempio di questa innovazione sorprendente è stato l'atterraggio del veicolo spaziale Chandrayaan-3 sulla luna.
L'operazione è costata solo 74 milioni di dollari (meno dei budget dei film spaziali Gravity e Interstellar), e il budget del programma spaziale di 2 miliardi di dollari è una frazione di quello di qualsiasi altro paese che abbia mai sbarcato sulla luna.
L’India è il terzo paese al mondo per numero di miliardari (271) e il suo ecosistema di startup è il terzo più grande a livello globale.
Inoltre, numerosi indiani guidano aziende globali, come Sundar Pichai (Google), Satya Nadella (Microsoft) e Laxman Narasimhan (fino a questa settimana, Starbucks).
Infine l’ultimo punto che voglio sottolineare è la maturazione del mercato dei capitali. La capitalizzazione di mercato del National Stock Exchange of India è più che raddoppiata dal 2020 e l'attività IPO è esplosa.
Nonostante un recente rallentamento degli investimenti in startup, l'India è la seconda destinazione più grande per i finanziamenti VC nell'Asia-Pacifico. Anche gli investimenti diretti esteri (IDE) sono previsti in crescita di circa il 50% annuo.
Il grandioso progetto del mercato libero africano
Quello a cui noi europei stiamo assistendo come spettatori indiretti, è uno dei cambiamenti epocali della storia del continente africano.
Sotto pressione dagli elettori, i governi di tutta Europa cercano delle soluzioni per arginare l’immigrazione illegale, che ogni anno drena dal continente anche persone istruite con spirito imprenditoriale, che cercano di fare fortuna negli ex paesi colonizzatori.
Tuttavia, molti di coloro che lasciano il continente preferirebbero rimanere, se potessero, legati ai propri vincoli familiari, culturali e comunitari. Le condizioni economiche spesso ostacolano questo desiderio.
Alcuni governi europei stanno tentando di contribuire alla risoluzione del problema alla radice: uno degli esempi è la decisione del nuovo governo laburista britannico di destinare 84 milioni di sterline a progetti in Africa e in Medio Oriente, mirati a risolvere le cause profonde che spingono le persone a migrare.
Questi progetti sono però slegati tra di loro e difficilmente potranno avere dei risultati apprezzabili nel lungo periodo.
La vera svolta, quella di cui parlavo all’inizio dell’articolo, potrebbe invece dipendere dalla realizzazione dell'Area di libero scambio continentale africana (AfCFTA), un accordo epocale che coinvolge 54 nazioni e circa 1,47 miliardi di persone, formando la più grande zona di libero scambio al mondo.
L’Africa è ad oggi il continente più ricco di materie prime e le esportazioni africane verso il resto del mondo sono ancora dominate da materie prime come caffè, cacao e minerali grezzi, un retaggio dell'era coloniale che continua a penalizzare il continente.
È interessante vedere che quando i paesi africani commerciano tra loro, oltre il 42% del commercio è costituito da beni lavorati e manifattura. L'AfCFTA prevede l'eliminazione dei dazi sul 97% dei prodotti commerciati all'interno del blocco, riducendo significativamente i costi e aumentando i volumi di scambio.
Le previsioni della Banca Mondiale ci dicono che l’iniziativa potrebbe sollevare 50 milioni di persone dalla povertà estrema, facendo aumentare gli investimenti nel continente fino al 159% a fronte di una diminuzione dei rischi specifici che al giorno d’oggi sono molto elevati.
Perché il progetto abbia successo, c’è bisogno del sostegno internazionale. Nel 2021, il Regno Unito è stato il primo paese non africano a firmare un memorandum d'intesa per aumentare il commercio con l'AfCFTA, impegnandosi a fornire fondi e competenze in ambito di politica commerciale per sostenerne l'attuazione.
Tuttavia è necessario un supporto maggiore, soprattutto per la realizzazione di una rete logistica continentale. Le infrastrutture di trasporto attuali sono orientate principalmente verso l'export, trascurando le esigenze regionali.
L'AfCFTA è stato lanciato nel 2018, ma la sua attuazione è stata rallentata dalla pandemia e dagli effetti della guerra in Ucraina. Nell'ottobre 2022, sono state effettuate le prime spedizioni nell'ambito dell'AfCFTA: Kenya e Ruanda hanno esportato batterie, tè e caffè in Ghana.
Questi Paesi sono stati i pionieri del progetto e quest'anno, l'accordo è stato esteso ad altre 39 nazioni, tra cui Sudafrica e Nigeria, che hanno esportato frigoriferi, borse, ceramiche, tessuti, cavi, smart card, clinker, sapone nero, amido nativo e burro di karité.
La settimana che verrà
Calendario Economico
La prossima settimana sarà caratterizzata dal raduno di Jackson Hole, uno dei più importanti eventi a livello globale, dove si incontreranno i presidenti delle varie banche centrali. Inoltre verranno pubblicati i dati sull’inflazione europea e giapponese, entrambi da attenzionare.
Ecco alcuni degli eventi più interessanti della prossima settimana:
Martedì 20/8
11.00 Inflazione EU (luglio): Gli analisti prevedono un’inflazione del 2,6% nel mese di luglio rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, con un’inflazione core costante al 2,9% come nel mese di giugno.
Mercoledì 21/8
13.00 MBA Mortgage Applications (16/agosto): Negli Stati Uniti, il sondaggio settimanale sulle richieste di mutui MBA è una panoramica completa del mercato dei mutui a livello nazionale e copre tutti i tipi di operatori del settore, comprese le banche commerciali, gli istituti di credito e le società di mortgage banking. L'intero mercato è rappresentato dall'Indice di mercato, che copre tutte le richieste di mutuo presentate durante la settimana, sia per l'acquisto che per il rifinanziamento. L'indagine copre oltre il 75% di tutte le richieste di mutui residenziali al dettaglio negli Stati Uniti.
20.00 Verbali FOMC: verranno pubblicati i verbali FOMC dell’ultima riunione di luglio. Si tratta di una pubblicazione importante prima del raduno di Jackson Hole.
Giovedì 22/8
2.00 Raduno di Jackson Hole: Si tratta di uno degli eventi più importanti al mondo, dove tutti i principali dirigenti delle banche centrali si incontrano per discutere di politica monetaria. Quest’anno sarà fondamentale capire come le altre banche centrali decideranno di muoversi rispetto alla Fed.
14.30 US Initial Jobless Claims (17 agosto): Le richieste iniziali di disoccupazione hanno un grande impatto sui mercati finanziari perché, a differenza dei dati sulle richieste continuate che misurano il numero di persone che richiedono sussidi di disoccupazione, le richieste iniziali di disoccupazione misurano la disoccupazione nuova ed emergente. Le nuove richieste di disoccupazione sono state in calo per diversi mesi a dimostrazione di un mercato del lavoro estremamente forte dove la domanda superava l’offerta. Un mercato di questo tipo spinge i salari verso l’alto aumentando notevolmente l’inflazione. Ad oggi gli effetti degli aumenti dei tassi non si vedono ancora in modo marcato nel mercato del lavoro (con un tasso di disoccupazione molto basso) perché le initial jobless claims restano sotto le 300 K unità.
Venerdì 23/8
1.30 Inflazione Giappone (luglio): Gli analisti si aspettano una crescita dell’inflazione giapponese al 2,7%, in leggero rialzo rispetto al 2,6% registrato a giugno. Si tratta di un dato molto importante perché influenzerà le future mosse della BOJ, che nelle scorse settimane hanno fatto ritracciare i mercati globali.
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