La Cina combatte con la deflazione
Ecco tutte le novità sui mercati finanziari della settimana.
Le notizie principali
Principali indici americani in perdita, ma c’è un miglioramento sulla curva dei rendimenti a 2 e 10 anni.
La Cina si trova a combattere contro un problema serio: la discesa dei prezzi.
Il petrolio supera per la prima volta nel 2023 i 90$ al barile a causa di due fattori.
Apple è invischiata nella guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti e rischia di perdere un grosso mercato.
Riduzione delle esportazioni internazionali hanno impattato l’economia tedesca.
La settimana passata
La settimana appena conclusa ha lasciato degli strascichi sulle borse, con gli indici americani tutti in negativo. Il NASDAQ ha perso il -1.9% seguito dall’S&P500 al -1.3% e dal Dow Jones al -0.7%. All’opposto, abbiamo assistito ad un forte aumento del prezzo del petrolio, salito del 2%.
Se diamo un’occhiata alla curva dei rendimenti notiamo un aspetto interessante. Più volte abbiamo sottolineato in questa newsletter che la curva dei rendimenti a 10 e 2 anni si era invertita, ovvero che i rendimenti a 2 anni erano superiori rispetto a quelli a 10 anni.
L’inversione della curva nel 2022 è stata guidata dalla politica della Fed. Dopo che la crisi bancaria ha offerto una tregua con il calo dei tassi, una serie di dati economici migliori del previsto hanno portato i tassi a breve ai massimi del 2023 quest'estate.
Negli ultimi mesi questa situazione è cambiata, con la curva dei rendimenti che ha iniziato a riprendersi: i tassi a breve termine sono scesi leggermente con l'avvicinarsi della fine dei rialzi dei tassi della Fed, mentre i rendimenti a lungo termine sono saliti grazie alle prospettive di crescita economica.
Il ritorno ad una situazione normale indica due aspetti: che l’economia è solida e che le aspettative degli investitori sulla fine dei rialzi dei tassi sono positive. Al momento la curva è ancora invertita e probabilmente lo resterà fino a quando la Fed non annuncerà l’inizio dei tagli nel 2024.
La Cina combatte con la deflazione
Mentre nel resto del mondo, le banche centrali si impegnano in una feroce lotta contro l’inflazione e l’aumento dei prezzi dell’energia, la Cina sta vivendo una situazione opposta. Ecco alcuni dati che riassumono bene la situazione.
L'indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0.1% su base annua ad Agosto, al di sotto delle stime degli analisti che prevedevano un aumento dello 0.2%, ma uscendo dal territorio negativo del meno 0.3% registrato a Luglio.
L'indice dei prezzi alla produzione, invece, è sceso del 3% su base annua, seguendo il -4.4% di Luglio, in linea con le aspettative degli analisti e sottolineando la continua debolezza del settore industriale.
Per tentare di arginare questa situazione il governo ha messo in campo alcune misure, che tuttavia vengono considerate insufficienti dagli esperti. I politici hanno ridotto i tassi ipotecari e allentato i requisiti per i prestiti, cercando in questo modo di stimolare il mercato immobiliare che in questo periodo sta soffrendo.
La contrazione della domanda interna cinese sta avendo delle ripercussioni globali, contribuendo a ridurre l’aumento del prezzo del petrolio e dei metalli, nonostante dall’inizio dell’anno il prezzo del rame sia schizzato verso l’alto.
Il petrolio per la prima volta sopra i 90$ nel 2023
Il prezzo del petrolio continua a crescere, superando per la prima volta la quota 90$ nel 2023, e la spiegazione va ricercata nelle parole della Russia e dell’Arabia Saudita.
Russia e Arabia Saudita hanno confermato di voler estendere i tagli alla produzione e alle esportazioni fino alla fine del 2023, mettendo pressione sui mercati globali.
Martedì l'Arabia Saudita ha dichiarato che manterrà la sua riduzione di 1 milione di barili al giorno fino alla fine dell'anno, mentre il vice primo ministro russo Alexander Novak ha affermato che la riduzione delle esportazioni del Paese di 300.000 b/g, annunciata nei mesi scorsi, rimarrà in vigore per lo stesso periodo.
Oltre questo, dall’altra parte dell’oceano, gli Stati Uniti hanno annunciato la cancellazione dei contratti di locazione nell'Arctic National Wildlife Refuge, rilasciati il 6 gennaio 2021, pochi giorni prima della partenza di Trump.
La decisione è stata presa da Biden per sottolineare la vocazione ambientalista del suo governo, strizzando l’occhio ai sostenitori democratici. Molte voci contrarie si sono levate dalla parte repubblicana, sottolineando come la cancellazione dei contratti avrebbe provocato danni economici e maggiore dipendenza dall’estero.
L'annuncio arriva mesi dopo che l'amministrazione Biden ha scatenato l'indignazione degli ambientalisti per la decisione di approvare il progetto petrolifero Willow da 8 miliardi di dollari della ConocoPhillips nel NPR.
Apple tra Cina e Stati Uniti
Si sa che le grandi aziende fanno molta più politica di quanto non si pensi, e Apple sicuramente è l’azienda su cui tutti guardano quando si pensa al potere degli Stati Uniti. Tuttavia, anche un gigante come Apple può finire in mezzo ad una guerra commerciale e subire forti danni.
Il governo cinese ha deciso di vietare l'uso dell'iPhone e di altri dispositivi di marca straniera ai lavoratori delle agenzie governative centrali. Tale divieto potrebbe essere esteso anche alle imprese statali e ad altri enti sostenuti dal governo.
La Cina è un paese da 1.4 miliardi di persone, di cui circa 56.3 milioni sono impiegate in "unità statali". Questi posti di lavoro hanno un salario medio superiore di circa l'8% alla media urbana nazionale, rappresentando un segmento interessante per un'azienda che vende prodotti premium.
Apple spedisce circa 230 milioni di iPhone all'anno in tutto il mondo, e perdere 56 milioni di potenziali clienti rappresenta un duro colpo per l’azienda. A giovarne potrebbe essere la locale Huawei Technologies, che ha lanciato un nuovo smartphone con una velocità simile al 5G, nonostante il divieto degli Stati Uniti di utilizzare il tipo di chip avanzati tipicamente necessari per tali dispositivi.
Il nuovo dispositivo, il Mate 60 Pro, è andato esaurito in poche ore e ha già accumulato ordini arretrati.
La Cina rappresenta un mercato molto importante per Apple, con margini operativi al lordo delle imposte superiori di 12 punti percentuali rispetto al totale dell'azienda nell'ultimo anno fiscale.
Inoltre, durante lo scorso anno le manifestazioni dei lavoratori cinesi hanno limitato la produzione dei modelli iPhone Pro in Cina, con conseguenti ritardi nelle spedizioni. Come risposta Apple sta cercando di diversificare la propria produzione e ora costruisce dispositivi in Paesi come l'India e il Vietnam, tuttavia la Cina è ancora di gran lunga la più grande base produttiva dell'azienda.
La Germania vende poco e cresce ancora meno
A differenza delle altre economie principali europee, come Italia, Spagna e Francia che hanno visto il loro PIL aumentare rispettivamente dell’1.7%, 4.6% e del 1.4%, l'economia tedesca è cresciuta solo in uno degli ultimi cinque trimestri e nei tre mesi fino a Giugno è diminuita dello 0.3% rispetto al primo trimestre del 2022, quando sono iniziati gli scontri in Ucraina.
I dati però sono, se possibile, ancora peggiori. La produzione industriale è scesa dello 0,8% a Luglio rispetto a Giugno e del 4% rispetto al Febbraio 2022, mese dell'invasione russa. L'economia tedesca dovrebbe contrarsi dello 0,3% nel trimestre in corso e dello 0,5% nell'intero 2023, ma la colpa non è da attribuire solo alla guerra e all’aumento del prezzo dell’energia.
La produzione manifatturiera tedesca, fiore all’occhiello dell’economia del paese, ha subito una flessione a partire dal 2018, con l’inasprimento dei rapporti tra Cina e Stati Uniti, e la contrazione del commercio internazionale, con le tariffe statunitensi nei confronti dei prodotti europei.
A Luglio, le imprese del Paese hanno venduto al resto del mondo beni per un valore di 130,4 miliardi di euro, pari a 139,86 miliardi di dollari, in calo rispetto a Giugno e dell'1% rispetto a un anno prima.
Se da una parte le esportazioni verso gli USA sono aumentate del 5,2% rispetto al mese precedente, le vendite verso la Cina sono aumentate di un più modesto 1,2%. Al contrario, le esportazioni verso il Regno Unito, sono diminuite del 3,5%.
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La settimana che verrà
La prossima settimana sarà caratterizzata dai dati sull’inflazione americana di Agosto, l’inflazione dei prezzi alla produzione e dalla decisione della BCE sull’aumentare o lasciare invariati i tassi d’interesse sulla base dei risultati economici che sono emersi nella scorsa settimana.
Calendario Economico
Ecco alcuni degli eventi più interessanti della prossima settimana:
Martedì 12/9
11.00 ZEW Economic Sentiment Index (Settembre): Nell'area euro, l'indice ZEW Economic Sentiment misura il livello di ottimismo degli analisti sugli sviluppi economici previsti per i prossimi 6 mesi. L'indagine copre fino a 350 analisti finanziari ed economici. L'indice è costruito come differenza tra la percentuale di analisti ottimisti e quella di analisti pessimisti sullo sviluppo dell'economia. Pertanto, l'indicatore ZEW misura la fiducia su una scala da -100 (tutti gli analisti prevedono un peggioramento dell'economia) a 100 (tutti gli analisti prevedono un miglioramento). Il valore 0 indica la neutralità. Negli ultimi quattro mesi l’indice ha sempre oscillato intorno al -10, segnando un leggero pessimismo.
Mercoledì 13/9
13.00 MBA Mortgage Applications (8 Aettembre): Negli Stati Uniti, il sondaggio settimanale sulle richieste di mutui MBA è una panoramica completa del mercato dei mutui a livello nazionale e copre tutti i tipi di operatori del settore, comprese le banche commerciali, gli istituti di credito e le società di mortgage banking. L'intero mercato è rappresentato dall'Indice di mercato, che copre tutte le richieste di mutuo presentate durante la settimana, sia per l'acquisto che per il rifinanziamento. L'indagine copre oltre il 75% di tutte le richieste di mutui residenziali al dettaglio negli Stati Uniti.
14.30 Tasso d’inflazione USA (Agosto): Le previsioni per agosto sono miste, con l’inflazione prevista in risalita al 3,6% dal 3,2% di Luglio, ma con l’inflazione core in discesa al 4,3% rispetto al 4,7% di Luglio. Ci aspettiamo dei valori maggiori nell’inflazione core rispetto a quanto previsto, mentre per l’inflazione che include i prezzi degli energetici e del cibo, la risalita è dovuta all’impennata del prezzo del petrolio durante il mese di Agosto.
Giovedì 14/9
14.15 Decisione sui tassi BCE: Gli analisti si aspettano che la BCE prenda una pausa nella sua politica di aumento dei tassi. Sebbene l’inflazione non sembri scendere abbastanza velocemente, le deludenti previsioni sulla crescita europea potrebbero essere sufficienti a rallentare i consumi e quindi di conseguenza l’inflazione.
14.30 US Initial Jobless Claims (9 Settembre): Le richieste iniziali di disoccupazione hanno un grande impatto sui mercati finanziari perché, a differenza dei dati sulle richieste continuate che misurano il numero di persone che richiedono sussidi di disoccupazione, le richieste iniziali di disoccupazione misurano la disoccupazione nuova ed emergente. Le nuove richieste di disoccupazione sono state in calo per diversi mesi a dimostrazione di un mercato del lavoro estremamente forte dove la domanda superava l’offerta. Un mercato di questo tipo spinge i salari verso l’alto aumentando notevolmente l’inflazione. Ad oggi gli effetti degli aumenti dei tassi non si vedono ancora in modo marcato nel mercato del lavoro (con un tasso di disoccupazione molto basso) perché le initial jobless claims restano sotto le 300 K unità.
14.30 PPI MoM US (Agosto): Negli Stati Uniti, l'inflazione dei prezzi alla produzione al mese per la domanda finale misura le variazioni mese su mese dei prezzi dei beni venduti per i consumi personali, gli investimenti di capitale, la pubblica amministrazione e le esportazioni. L’indice è previsto crescere del +0,4% rispetto a Luglio.
14.30 Vendite retail MoM (Agosto): Il rapporto sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti fornisce una misura aggregata delle vendite di beni e servizi al dettaglio in un periodo di un mese. Le previsioni sono di un calo della crescita al +0,2% rispetto al +0,7% del mese di Luglio.
Venerdì 15/9
16.00 Michigan Consumer Sentiment Prel (Settembre): L'Indice delle aspettative dei consumatori si concentra su tre aree: come i consumatori considerano le prospettive della propria situazione finanziaria, come considerano le prospettive dell'economia generale nel breve periodo e come considerano le prospettive dell'economia nel lungo periodo. Ogni indagine mensile contiene circa 50 domande di base, ognuna delle quali analizza un aspetto diverso degli atteggiamenti e delle aspettative dei consumatori. Gli analisti si aspettano un valore dell’indice di 69,2.
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