Inflazione USA più alta delle aspettative
Ecco tutte le novità sui mercati finanziari della settimana.
Le notizie principali
I pericoli del sistema bancario americano si sono assorbiti, con sempre meno perdite potenziali nei loro portafogli titoli.
L’inflazione americana continua a galoppare mettendo a rischio i tagli di Giugno.
L’Europa approva due normative “ambientali” che potrebbero avere importanti impatti sulla supply chain.
La Malesia è il paese che esce più vincitore dalla guerra dei semiconduttori attualmente combattuta tra USA e Cina.
La settimana passata
Partiamo con il breve riassunto di quanto successo sui principali listini americani durante la scorsa settimana.
Il Dow Jones è l’unico indice che non registra nessun calo, praticamente piatto dalla scorsa settimana, seguito dal S&P500 al -0,1% e dal NASDAQ al -0,7%. Il petrolio è schizzato del 3,9% superando gli 81$ al barile.
Il periodo 2022-2023 è stato caratterizzato dai continui incrementi dei tassi da parte della Federal Reserve, provocando un deprezzamento dei valori obbligazionari, generando consistenti perdite potenziali per le banche sui loro investimenti in titoli.
Questa situazione, abbinata al decremento dei depositi bancari, ha originato difficoltà di liquidità e patrimoniali per alcuni istituti, innescando il rischio di una crisi bancaria diffusa, temuta come un fenomeno di panico bancario moderno.
Di conseguenza, abbiamo assistito al collasso di alcune banche che hanno agitato il mercato: ad esempio, Silicon Valley Bank, Signature Bank e First Republic. La Federal Reserve, il Dipartimento del Tesoro e la FDIC hanno provveduto ad avviare misure di salvataggio urgenti per rafforzare la fiducia dei depositanti e garantire l'accesso al credito per le banche.
Negli ultimi mesi si sono alleggerite le perdite potenziali nei portafogli obbligazionari delle banche.
Nel quarto trimestre del 2023, le perdite potenziali sui portafogli titoli delle banche si sono ridotte del 30%.
Parallelamente, il volume di attivi delle banche classificate come "a rischio" dalla FDIC è ora ridotto a un terzo rispetto ai livelli dell'anno scorso, periodo in cui erano emerse serie preoccupazioni per la stabilità del sistema bancario.
Il settore immobiliare commerciale potrebbe rappresentare un ulteriore potenziale rischio per le banche di dimensioni regionali. A differenza degli eventi dell'anno scorso, è improbabile che queste questioni emergano improvvisamente, causando turbolenze di mercato.
Inflazione USA più alta delle aspettative
Sorprendentemente, il tasso di inflazione negli Stati Uniti è salito al 3,2% lo scorso mese, mettendo in evidenza le difficoltà che la Federal Reserve sta incontrando nella fase finale del contenimento dei prezzi.
Le previsioni degli economisti indicavano che l'inflazione annua sui beni di consumo sarebbe rimasta stabile al 3,1%, come registrato a Gennaio. Tuttavia l’incremento registrato ha fatto alzare più di un sopracciglio ai funzionari della Fed, mettendo a rischio i tagli dei tassi di quest’anno.
Il rischio di avere un’inflazione più alta delle aspettative e un’economia in forte rallentamento, una stagflazione, è concreto e potrebbe rafforzarsi via via con l’uscita di nuovi dati.
Ad ora, la Federal Reserve stima di abbassare i tassi tre volte quest'anno. I mercati finanziari prevedono tra i tre e i quattro tagli nel corso dell'anno, a partire da Giugno o Luglio, con la Fed che sembra ancora convinta di effettuare il primo taglio a Giugno.
Chiaramente intorno al taglio dei tassi si gioca anche la battaglia politica per l’elezione del nuovo presidente, con Biden che al momento appare dietro nei sondaggi.
Secondo i dati pubblicati dal Bureau of Labor Statistics, l'inflazione core, che esclude le variazioni di prezzo di cibo ed energia, si è attestata al 3,8%, leggermente inferiore rispetto al 3,9% di Gennaio. Gli economisti prevedevano una diminuzione al 3,7%.
La Fed considera molto importanti le aspettative di inflazione. Le stime a tre e cinque anni sono aumentate nell'ultimo mese, così come i break-even, la migliore ipotesi del mercato sull'inflazione futura.
Il dato più negativo è stato registrato nel break-even a due anni, dove l’inflazione è passata da essere vicina al 2% ad essere a pochi punti dal 3%.
L’Europa sempre più ambientalista, la Cina protesta
L’America innova, l’Europa regolamenta e la Cina copia.
Possiamo iniziare questo articolo prendendo come spunto questa frase. L'Unione Europea ha dato il via libera a due importanti normative ambientali, nonostante le preoccupazioni riguardo al loro impatto sul commercio internazionale, sulla capacità competitiva e sull'allontanamento dei paesi emergenti.
La prima normativa, impone alle imprese di essere tenute responsabili per eventuali violazioni ambientali e dei diritti umani. La seconda, approvata lo stesso giorno, introduce nuove regolamentazioni sull'importazione di plastica riciclata usata negli imballaggi.
Dalla Cina, in particolar modo attraverso la Camera di Commercio cinese nell'UE, sono piovute le prime forti critiche, dovute alle preoccupazioni riguardo all'incremento della burocrazia e agli obblighi, giudicati ingiusti e vaghi, imposti alle aziende.
La Cina è al centro di accuse per presunte violazioni dei diritti umani nello Xinjiang, inclusi il lavoro forzato e le detenzioni di massa degli Uiguri, una minoranza musulmana. Pechino ha sempre respinto tali accuse, che ora potrebbero diventare un serio pericolo commerciale.
Sono state sollevate ulteriori obiezioni anche per la seconda normativa, a causa di potenziali complicazioni commerciali e l'incremento dei costi legati agli standard di imballaggio.
La Germania, la Francia e l’Italia, hanno criticato la normativa sugli imballaggi come "protezionistica", imponendo ai riciclatori esterni all'UE di conformarsi agli standard europei, sebbene questa verrà applicata solo alle grandi multinazionali.
La regolamentazione sugli imballaggi prevede requisiti obbligatori sul contenuto riciclato, con standard europei rigidi su emissioni e inquinamento, richiesti all'ultimo momento. Il rischio è che, data l'inadeguatezza di molti impianti extra-UE agli standard europei, diventi problematico importare molte merci.
La preoccupazione per molti è che tutte queste nuove normative, che vanno d’accordo con il programma di rendere l’Europa carbon neutral, potrebbero creare enormi oneri burocratici, svantaggiando le aziende europee all’estero e alzando delle barriere protezionistiche.
Entrambe le misure dovrebbero essere adottate formalmente dopo un voto del Parlamento europeo in Aprile.
Nella guerra dei Chip, vince la Malesia
Nel 1972, a Penang nasce il primo sito produttivo di Intel fuori dagli Stati Uniti. Altre importanti aziende del settore tecnologico come AMD, Renesas (la vecchia Hitachi), Keysight Technologies (originariamente parte di Hewlett-Packard) hanno investito nello sviluppo della "Silicon Valley dell'Est".
La Malesia si è affermata come un centro efficiente per il packaging, l'assemblaggio e il testing dei semiconduttori, tutte attività inizialmente viste come segmenti meno prestigiosi e laboriosi del processo di creazione dei semiconduttori, e che richiedevano meno conoscenza.
Attualmente, il paese è il sesto maggior esportatore di semiconduttori a livello globale, con una quota di mercato del 13% nei servizi di packaging, assemblaggio e testing a livello internazionale.
La Malesia contribuisce al 20% delle importazioni di semiconduttori negli USA, superando Taiwan, Giappone e Corea del Sud.
Le nuove tecnologie legate all’AI e alle auto elettriche richiedono sempre più semiconduttori di qualità elevata. L'innovazione nel processo di packaging, che connette i chip ai circuiti stampati e li protegge dagli agenti esterni, è essenziale per incrementare le prestazioni.
Per questo motivo, Intel sta investendo 7 miliardi di dollari in nuove infrastrutture in Malesia, inclusa una struttura per il packaging avanzato "3D". L'azienda è anche al lavoro su un nuovo impianto a Kulim, vicino a Penang, dedicato all'assemblaggio e al testing dei semiconduttori.
La settimana che verrà
Durante la prossima settimana l’evento da seguire con maggiore interesse sarà il discorso di Powell, a termine della riunione della Fed, che si terrà mercoledì. Le probabilità di vedere un taglio dei tassi sono zero, tuttavia potrebbero venir comunicate novità importanti.
Calendario Economico
Ecco alcuni degli eventi più interessanti della prossima settimana:
Lunedì 18/3
11.00 CPI EU finale (Febbraio): Verranno comunicati i risultati finali dell’inflazione di Febbraio dell’eurozona. Gli analisti si aspettano un dato di 3,1%, una riduzione rispetto alle stime potrebbe avere un impatto positivo sui mercati.
Martedì 19/3
11.00 ZEW Economic Sentiment (Marzo): Nell'area euro, l'indice ZEW Economic Sentiment misura il livello di ottimismo degli analisti sugli sviluppi economici previsti per i prossimi 6 mesi. L'indagine copre fino a 350 analisti finanziari ed economici. L'indice è costruito come differenza tra la percentuale di analisti ottimisti e quella di analisti pessimisti sullo sviluppo dell'economia. Pertanto, l'indicatore ZEW misura la fiducia su una scala da -100 (tutti gli analisti prevedono un peggioramento dell'economia) a 100 (tutti gli analisti prevedono un miglioramento). Il valore 0 indica la neutralità.
13.30 Permessi di costruzione preliminare (Febbraio): I permessi di costruzione si riferiscono alle approvazioni rilasciate dalle giurisdizioni locali prima che la costruzione di un edificio nuovo o esistente possa avvenire legalmente. Non tutte le aree degli Stati Uniti richiedono un permesso di costruzione. Le previsioni degli analisti sono di 1,5 milioni di nuovi permessi, in leggera salita rispetto a Gennaio.
Mercoledì 20/3
13.00 MBA Mortgage Applications (15 Marzo): Negli Stati Uniti, il sondaggio settimanale sulle richieste di mutui MBA è una panoramica completa del mercato dei mutui a livello nazionale e copre tutti i tipi di operatori del settore, comprese le banche commerciali, gli istituti di credito e le società di mortgage banking. L'intero mercato è rappresentato dall'Indice di mercato, che copre tutte le richieste di mutuo presentate durante la settimana, sia per l'acquisto che per il rifinanziamento. L'indagine copre oltre il 75% di tutte le richieste di mutui residenziali al dettaglio negli Stati Uniti.
19.00 Decisione Fed sui tassi d’interesse: Gli analisti non si aspettano una variazione nella riunione di Marzo, come anticipato già dalle parole del presidente della Fed.
Giovedì 21/3
13.30 US Initial Jobless Claims (16 Marzo): Le richieste iniziali di disoccupazione hanno un grande impatto sui mercati finanziari perché, a differenza dei dati sulle richieste continuate che misurano il numero di persone che richiedono sussidi di disoccupazione, le richieste iniziali di disoccupazione misurano la disoccupazione nuova ed emergente. Le nuove richieste di disoccupazione sono state in calo per diversi mesi a dimostrazione di un mercato del lavoro estremamente forte dove la domanda superava l’offerta. Un mercato di questo tipo spinge i salari verso l’alto aumentando notevolmente l’inflazione. Ad oggi gli effetti degli aumenti dei tassi non si vedono ancora in modo marcato nel mercato del lavoro (con un tasso di disoccupazione molto basso) perché le initial jobless claims restano sotto le 300 K unità.
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