I mercati sono sollevati: inflazione pari alle aspettative
Ecco tutte le novità sui mercati finanziari della settimana.
Le notizie principali
Le borse salgono, l’oro pure, il petrolio è stabilmente sotto gli 80$ e le meme stock continuano a far sentire la loro voce.
L’inflazione negli Stati Uniti è stata pari alle aspettative, alimentando le speranze dei mercati di un terzo taglio dei tassi nel 2023.
Le barriere doganali imposte dagli Stati Uniti sono solo l’ultimo rischio per una Cina sempre più simile al Giappone.
Sono stati sequestrati alla Unicredit 463 milioni di euro per il risarcimento da una società russa.
La settimana passata
La scorsa settimana è stata particolarmente positiva per la borsa statunitense, con i principali indici tutti in territorio positivo. Il NASDAQ è salito del 2,1% seguito dal S&P500 al +1,5% e dal Dow Jones al +1,2% e che ha toccato e superato quota 40,000 punti.
Nel 2022 il petrolio ha raggiunto un massimo superiore ai 120$ al barile a causa della guerra in Ucraina e della riapertura delle economie post pandemia. Ad oggi il petrolio è il 35% al di sotto del picco del 2022.
Nel frattempo, i prezzi dell'oro sono saliti notevolmente negli ultimi tempi, raggiungendo un nuovo picco sopra i 2.401 dollari. Questa maggiore domanda di oro si può spiegare sottolineando l’approccio difensivo adottato dagli investitori e dalle banche centrali, nonché come protezione dai picchi inflazionistici.
Questa settimana è stata caratterizzata anche da una nuova ondata di acquisti sulle meme stocks, che ha ricordato a molti il periodo di euforia del 2021. In particolare, azioni come AMC e Gamestop hanno visto importanti guadagni.
Le azioni di Gamestop hanno guadagnato più del 300% dopo un post di Keith Gill, figura conosciuta nei subreddit di finanza che aveva “guidato” la prima ondata di meme stock.
Pur essendo ancora al di sotto dei picchi del 2021, i recenti guadagni hanno inflitto pesanti perdite ai venditori allo scoperto che scommettevano contro questi titoli. La quota di vendite allo scoperto di GameStop ha toccato un massimo di 20 mesi prima del rally.
A differenza del 2021 però, la frenesia è durata pochi giorni, con molte azioni, tra cui GME che hanno subito un forte dump.
I mercati sono sollevati: inflazione pari alle aspettative
I dati sull'indice dei prezzi al consumo, pubblicati mercoledì dal Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti, erano in linea con le stime degli economisti che si aspettavano un valore del 3,4%. Rispetto al tasso di Marzo del 3,5%, questo ha interrotto una serie di quattro mesi in cui l'inflazione superava le previsioni.
La risposta dei mercati non si è fatta attendere, con le nuove previsioni che adesso danno il 100% di possibilità di assistere a due tagli nel 2024, con possibilità minori di vederne 3. Le azioni americane hanno raggiunto nuovi massimi in seguito alla notizia, mentre i rendimenti dei titoli di Stato sono scesi.
I dati sono arrivati dopo che il presidente della Fed, Jerome Powell, ha avvertito che la banca centrale potrebbe dover mantenere alti i tassi di interesse per un periodo più lungo, poiché l'inflazione continua a essere un problema persistente. Al momento non sembrano esserci i presupposti perché l’inflazione scenda al 2% nei prossimi mesi.
Anche in Europa ci sono stati segnali positivi sui prezzi, con l'UE che ha annunciato che prevede un calo dell'inflazione più rapido del previsto.
A meno di sei mesi dalle elezioni americane, l'inflazione elevata ha influenzato negativamente i sondaggi sull'economia del presidente Joe Biden. Sebbene il CPI annuale sia diminuito notevolmente dal picco del 2022, molti elettori sono ancora insoddisfatti dei prezzi elevati di molti beni.
Il dato rilasciato mercoledì non è abbastanza buono per aiutare Biden nella campagna elettorale, ma non è così negativo da affossarlo.
Secondo i dati di mercoledì, i prezzi al consumo di base - che escludono i costi volatili di cibo ed energia - sono aumentati del 3,6% rispetto all'anno precedente. Questo è stato il tasso più basso dall'Aprile 2021.
Su base mensile, l'IPC core è aumentato dello 0,3% ad Aprile, rispetto a un aumento dello 0,4% nei tre mesi precedenti.
Nei dati di Aprile, l'inflazione degli alloggi è rimasta alta al 5,5% su base annua, mentre gli aumenti mensili sono rimasti stabili allo 0,4%, poiché i costi degli alloggi continuano a essere uno dei principali motori dell'inflazione.
Gli aumenti mensili dei prezzi dei servizi di trasporto e delle cure mediche sono diminuiti, mentre quelli dell'energia sono rimasti stabili. I prezzi dei generi alimentari non sono cambiati su base mensile e sono aumentati del 2,2% nell'ultimo anno.
Il miglioramento più ampio si è visto nei prezzi dei beni. In particolare, si è assistito ad un calo continuo dei prezzi delle auto, sia nuove che usate.
Per quanto riguarda i servizi, possiamo notare come le tariffe aeree continuano a scendere. Le assicurazioni auto continuano a crescere rapidamente, ma non così tanto.
La Cina dovrebbe studiare il Giappone
La crisi pandemica ha accentuato un processo già iniziato a seguito della crisi finanziaria nel 2008. Le principali economie mondiali stanno attraversando un periodo di bassa crescita, causato da numerosi fattori.
Se per quanto riguarda l’Occidente si può riscontrare una forte tendenza alla riduzione dei rischi, sia finanziari che imprenditoriali che hanno portato ad una drastica riduzione della produttività negli ultimi 15 anni, specialmente in Europa, in Cina, la seconda economia mondiale, l’economia deve lottare contro un rischio prolungato di deflazione.
Dopo l'esplosione della bolla economica all'inizio degli anni '90, il Giappone ha trascorso oltre tre decenni in una lunga battaglia contro la deflazione, un nemico invisibile.
Oggi, il Giappone è finalmente vicino a superare questi anni difficili. Mentre per tutte le altre economie mondiali l’aumento dei prezzi, la guerra in Ucraina, la crescita delle tensioni tra Stati Uniti e Cina, hanno comportato restrizioni monetarie, per il Giappone sono stati l’occasione per uscire dalla stagnazione, portando ai più alti aumenti salariali in oltre 30 anni.
Nel frattempo, la Banca del Giappone ha deciso di abbandonare la politica dei tassi di interesse negativi, segnando l'inizio di un ciclo economico favorevole e il risveglio dell’attività imprenditoriale.
Ora è la Cina che si trova nella stessa situazione del Giappone degli anni ‘90. I rischi di ripetere gli stessi errori ci sono e i presupposti per una lunga stagnazione sono più vivi che mai, nonostante la crescita elevata prevista nel 2024.
Si possono individuare diversi parallelismi tra i due paesi. Il primo è sicuramente l’andamento demografico. Con la popolazione cinese in declino dal 2022 e gli effetti della politica del figlio unico, l'invecchiamento potrebbe accelerare a un ritmo simile o superiore a quello del Giappone.
Poi ci sono le preoccupazioni riguardo al rapporto tra sicurezza sociale e alti tassi di risparmio. Il sistema di previdenza sociale cinese offre una rete di sicurezza inadeguata per i redditi più bassi, portando i cittadini a risparmiare oltre il 40% del PIL.
Il terzo fattore da considerare è l'elevato tasso di disoccupazione giovanile. Sebbene sia difficile fare un confronto diretto, il tasso di disoccupazione giovanile in Giappone dopo l'esplosione della bolla era di circa il 10% al suo massimo. La situazione in Cina è più grave.
Cosa dovrebbe fare la Cina oggi, basandosi sull'esperienza giapponese?
La sostanza è quella di incoraggiare la libera imprenditoria. Le recenti ingerenze governative in grandi e importanti aziende cinesi hanno ridotto la fiducia degli imprenditori, sia nazionali che esteri.
La Cina dovrebbe creare meccanismi per premiare il rischio assunto da aziende e individui, con l'obiettivo di creare un'economia guidata da imprese private e non statali.
Per fare ciò, è essenziale un allentamento normativo che stimoli la domanda interna e l'innovazione, specialmente nel settore della sicurezza sociale.
Le recenti barriere doganali ampliate dal governo Biden e l’avvicinamento della Cina alla Russia potrebbero causare una riduzione delle esportazioni, costringendo il governo a supportare l’economia interna.
La Russia blocca gli asset di Unicredit
Un tribunale di San Pietroburgo ha ordinato il sequestro di beni per un valore di 463 milioni di euro appartenenti a UniCredit, la banca italiana con una delle maggiori esposizioni in Russia tra le istituzioni finanziarie europee.
Il valore dei beni sequestrati corrisponde a circa il 4,5% delle attività di UniCredit in Russia, secondo l'ultimo bilancio della sua principale filiale russa. I beni congelati includono partecipazioni in società controllate da UniCredit in Russia, oltre a titoli e fondi della banca.
L'azione legale di venerdì è stata intrapresa a seguito di una richiesta di risarcimento da parte di Ruskhimalliance, una sussidiaria di Gazprom che aveva un contratto con una società tedesca di nome Linde.
Ruskhimalliance gestisce un impianto di trattamento del gas e di produzione di gas naturale liquefatto a Ust-Luga, vicino a San Pietroburgo. Nel Luglio 2021 ha stipulato un contratto con Linde per la progettazione, la fornitura di attrezzature e la costruzione del complesso. Un anno dopo, Linde ha sospeso i lavori a causa delle sanzioni imposte dall'Unione Europea.
Ruskhimalliance ha presentato un reclamo a un tribunale arbitrale di San Pietroburgo, chiedendo a UniCredit di onorare le garanzie bancarie previste dal contratto con Linde.
UniCredit non era l’unica banca che forniva queste garanzie: la Ruskhimalliance ha avviato cause legali anche contro la Deutsche Bank, Commerzbank, Bayerische Landesbank e Landesbank Baden-Württemberg .
UniCredit è una delle principali banche europee operanti in Russia, con oltre 3.000 dipendenti nella sua filiale locale. La banca ha accantonato più di 800 milioni di euro in riserve e ha ridotto significativamente il proprio portafoglio prestiti per ridurre il rischio.
Il Financial Times ha riportato venerdì che la Banca Centrale Europea ha chiesto alle banche dell'Eurozona operanti in Russia di presentare piani dettagliati sulle loro strategie di uscita, mentre le tensioni tra Mosca e l'Occidente continuano a crescere.
La settimana che verrà
Durante la prossima settimana non verranno comunicati dei dati particolarmente rilevanti. Venerdì saranno pubblicati i dati sugli ordini dei beni durevoli mentre all’inizio della settimana potremmo assistere a molte conferenze tenute dai principali dirigenti della Fed e del Tesoro.
Trimestrali
Lunedì 20/5: Wix.com, Ryanair, Zoom
Martedì 21/5: Zim, Macy’s
Mercoledì 22/5: Target, Pinduoduo, Nvidia, Snowflake
Calendario Economico
Ecco alcuni degli eventi più interessanti della prossima settimana:
Martedì 21/5
10.00 Discorso del segretario del tesoro USA (Maggio): martedì si terrà il discorso del segretario del tesoro, la seconda figura dopo il presidente della Fed Powell, per autorevolezza in questioni di natura economica negli Stati Uniti. Durante la stessa giornata molti altri alti dirigenti della Fed parleranno e i mercati si aspettano che vengano forniti indizi importanti sul taglio dei tassi dopo i dati positivi del CPI della scorsa settimana.
Mercoledì 22/5
13.00 MBA Mortgage Applications (17 Maggio): Negli Stati Uniti, il sondaggio settimanale sulle richieste di mutui MBA è una panoramica completa del mercato dei mutui a livello nazionale e copre tutti i tipi di operatori del settore, comprese le banche commerciali, gli istituti di credito e le società di mortgage banking. L'intero mercato è rappresentato dall'Indice di mercato, che copre tutte le richieste di mutuo presentate durante la settimana, sia per l'acquisto che per il rifinanziamento. L'indagine copre oltre il 75% di tutte le richieste di mutui residenziali al dettaglio negli Stati Uniti.
20.00 Verbali FOMC USA: mercoledì verranno pubblicati i verbali di tre settimane fa della riunione del FOMC. All’interno si potranno trovare le opinioni degli operatori e le loro aspettative sui livelli dei tassi nei prossimi anni.
Giovedì 23/5
14.30 US Initial Jobless Claims (18 Maggio): Le richieste iniziali di disoccupazione hanno un grande impatto sui mercati finanziari perché, a differenza dei dati sulle richieste continuate che misurano il numero di persone che richiedono sussidi di disoccupazione, le richieste iniziali di disoccupazione misurano la disoccupazione nuova ed emergente. Le nuove richieste di disoccupazione sono state in calo per diversi mesi a dimostrazione di un mercato del lavoro estremamente forte dove la domanda superava l’offerta. Un mercato di questo tipo spinge i salari verso l’alto aumentando notevolmente l’inflazione. Ad oggi gli effetti degli aumenti dei tassi non si vedono ancora in modo marcato nel mercato del lavoro (con un tasso di disoccupazione molto basso) perché le initial jobless claims restano sotto le 300 K unità.
Venerdì 24/5
14.30 Ordini di beni durevoli USA MoM (Aprile): Gli ordini di beni durevoli si riferiscono ai nuovi ordini effettuati ai produttori per la consegna di beni durevoli destinati a durare almeno tre anni. Gli analisti prevedono una crescita del +0,5% rispetto ad una crescita del +2,6% del mese di Marzo.
16.00 Michigan consumer sentiment final (Maggio): L'Indice delle aspettative dei consumatori si concentra su tre aree: come i consumatori considerano le prospettive della propria situazione finanziaria, come considerano le prospettive dell'economia generale nel breve periodo e come considerano le prospettive dell'economia nel lungo periodo. Gli analisti si aspettano un calo rispetto al mese di Aprile, con il dato da confermare di 67,4.
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