Gli Stati Uniti fermano le trattative con il Canada
Ecco tutte le novità sui mercati finanziari della settimana.
Le notizie principali
Trump ha ammesso che la Cina potrà continuare ad acquistare petrolio iraniano, ma la Casa Bianca nega un allentamento delle sanzioni. Il prezzo del greggio è crollato del 6% dopo l’annuncio.
L’inflazione USA a maggio è salita del 2.3% su base annua, con segnali di rallentamento su consumi e redditi. La Fed resta cauta, ma valuta di anticipare i tagli dei tassi a luglio.
Il mercato immobiliare USA mostra segnali misti: lieve ripresa per le case esistenti, forte calo per quelle nuove, complice l’alto costo dei mutui. Un taglio dei tassi potrebbe rilanciare la domanda.
Trump ha interrotto i negoziati con il Canada dopo l’introduzione di una tassa digitale che colpisce le big tech USA. La tensione riaccende una crisi commerciale mai del tutto sopita.
La settimana passata
La settimana che segna la fine della guerra dei 12 giorni tra Israele e l’Iran è stata molto positiva per i principali indici americani. Il NASDAQ è salito del +4.2%, seguito dal Dow Jones al +3.8% e dal S&P500 al +3.4%. Il petrolio, balzato in alto nelle ultime settimane, ha perso quasi il 12% in una settimana, tornando a quota 65$ al barile.
Il presidente Donald Trump ha dichiarato che la Cina potrà continuare ad acquistare greggio iraniano, a seguito del cessate il fuoco tra Iran e Israele. Tuttavia, la Casa Bianca ha precisato che ciò non significa un allentamento delle sanzioni statunitensi.
Secondo fonti della Casa Bianca, Teheran non ha minacciato la chiusura dello Stretto di Hormuz, elemento chiave per i flussi energetici cinesi. Inoltre, l’apertura di Trump sembra essere un segnale di apertura nei confronti della Cina: di conseguenza il prezzo del petrolio è sceso del 6% in giornata.
Nonostante ciò, non si prevede una sospensione formale delle sanzioni nel breve termine. Gli analisti vedono l’atteggiamento di Trump come un ritorno a una condizione meno rigida, in contrasto con l’impegno precedente a ridurre a zero le esportazioni iraniane.
Al momento, circa il 13.6% del petrolio importato dalla Cina proviene dall’Iran, contro solo il 2% dagli USA. Per il governo cinese, il petrolio iraniano è un fattore di importanza nazionale, in virtù del suo prezzo competitivo.
Pechino ha ribadito che continuerà a gestire la propria sicurezza energetica secondo l’interesse nazionale. L’aumento degli acquisti dall’Iran potrebbe irritare l’Arabia Saudita, altro grande esportatore di greggio e partner strategico di Washington.
L’inflazione non è ancora sotto controllo, ma l’economia sta peggiorando
Monitorare l’andamento dell’inflazione negli Stati Uniti è fondamentale per comprendere le prossime mosse della Fed e valutare gli impatti dei dazi imposti dal governo Trump.
A maggio, i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono cresciuti marginalmente, con un aumento dello 0.1% secondo l’indice PCE, la misura d’inflazione preferita dalla Federal Reserve. Su base annua, l’inflazione si attesta al 2.3%, ancora oltre l’obiettivo del 2% fissato dalla banca centrale.
Il dato "core", che esclude energia e alimentari, ha segnato un +0.2% mensile e un +2.7% annuo, leggermente sopra le attese: questo dato è fondamentale per le decisioni della Fed, in particolare in un periodo dove la pressione politica sui rappresentati è molto elevata.
Non sono solo i prezzi il problema, anche i consumi e i redditi delle famiglie mostrano segni di debolezza: la spesa è scesa dello 0.1% e il reddito personale ha subito un calo dello 0.4%, a fronte di stime più ottimistiche.
I dati sembrano confermare un rallentamento dell’economia nel secondo trimestre, dopo la revisione del PIL del primo trimestre che è risultato essere in contrazione di un -0.5%.
L’attenzione ora è rivolta alle prossime mosse della Fed. Sebbene un taglio dei tassi a luglio resti un’ipotesi prematura, i numeri mantengono aperto uno spiraglio. Alcuni membri del FOMC si dicono favorevoli a un allentamento monetario se l’inflazione resterà sotto controllo.
Il presidente della Fed, Jerome Powell, mantiene però un atteggiamento prudente, nonostante le critiche sempre più forti da parte della Casa Bianca. Trump lo ha attaccato pubblicamente, definendolo “incompetente” e suggerendo l’imminente nomina di un nuovo governatore.
Durante la riunione del 17-18 giugno, la Federal Reserve ha indicato la stima mediana dei tassi futuri, che prevede la possibilità di due tagli dei tassi nel 2025. Le proiezioni includono anche ulteriori riduzioni nel 2026 e nel 2027, quando i tassi potrebbe raggiungere il 3%.
Il mercato immobiliare statunitense è fermo
Un gigante che negli ultimi anni ha riscosso l’attenzione di poche persone al di fuori degli addetti ai lavori è sicuramente il mercato immobiliare statunitense.
Nell’ultimo mese, Il mercato immobiliare ha mostrato segnali contrastanti: mentre le vendite di case esistenti hanno registrato una modesta ripresa, le nuove costruzioni hanno subito un crollo deciso, in un contesto ancora condizionato da tassi di interesse elevati (e quindi mutui elevati) che allontano i possibili compratori.
Secondo la National Association of Realtors, le vendite di case esistenti sono aumentate dello 0.8% a maggio rispetto ad aprile, raggiungendo un ritmo annualizzato di 4.03 milioni di unità.
Tuttavia, rispetto a un anno fa, si registra un calo del -0.7%. L'inventario disponibile è salito a 1.54 milioni di unità, pari a 4.6 mesi di offerta. Il prezzo mediano per un immobile ha raggiunto un nuovo massimo per il mese di maggio, attestandosi a 422.800 dollari (+1.3% anno su anno).
Decisamente più debole il dato sulle case nuove: secondo il Census Bureau, le vendite sono scese a 623.000 unità annualizzate, in calo del -13.7% rispetto ad aprile e del -6.3% rispetto a maggio 2024. L’offerta è salita a 507.000 unità, corrispondente a 9.8 mesi di disponibilità. Il prezzo mediano di vendita è salito a 426.600 dollari, con una variazione annua del +3.0%.
Cosa implicano questi dati? Il calo di domande per le case di nuova costruzione è sicuramente un indicatore importante della scarsa salute del mercato immobiliare, così come l’aumento della disponibilità di immobili invenduti.
Anche i dati sui prezzi indicano un rallentamento. L’indice FHFA ha segnato un calo mensile dello 0.4% ad aprile per le case di nuova costruzione, pur mantenendo un incremento annuo del +3.0%.
Il tasso medio sui mutui trentennali, secondo Freddie Mac, è sceso al 6.77% nella settimana conclusa il 26 giugno, in calo di 4 punti base rispetto alla settimana precedente.
Nonostante questo piccolo miglioramento, i livelli rimangono alti e continuano a frenare l’accesso alle case, specialmente per i nuovi acquirenti. In questo contesto un taglio dei tassi da parte della Fed nella seconda metà dell’anno potrebbe stimolare ulteriormente la domanda.
Gli Stati Uniti fermano le trattative con il Canada
Le schermaglie tra Canada e Stati Uniti continuano, nonostante gli iniziali segnali di distensione.
Il contesto in cui dialogano Canada e Stati Uniti è piuttosto complicato, con il Canada colpito da dazi su acciaio e alluminio nonostante l’accordo USMCA e la minaccia di essere annesso come 51° stato USA.
L’amministrazione Trump ha annunciato la sospensione immediata dei colloqui commerciali con il Canada, dopo che il governo canadese ha introdotto una nuova tassa sui servizi digitali, che colpisce i giganti tech statunitensi.
Trump, intervenuto sul suo social Truth, ha definito la misura “un attacco diretto” agli interessi americani, minacciando nuovi dazi sulle importazioni canadesi.
Il provvedimento canadese prevede un’imposta retroattiva del 3% sul fatturato generato da aziende tecnologiche (come Meta, Amazon e Netflix) grazie agli utenti canadesi. Questa imposta costringe le imprese estere a presentare una dichiarazione fiscale entro la fine del mese, pena sanzioni.
Il primo a pensare l’imposta era stato Trudeau e il governo guidato da Mark Carney ha deciso di confermarne l’attuazione.
Il segretario al Tesoro USA, Scott Bessent, ha criticato la retroattività della misura. Questa escalation rischia di compromettere i colloqui intercorsi tra Trump e Carney durante il G7, dove c’era stata una promessa reciproca di trovare un’intesa entro 30 giorni.
I mercati hanno reagito negativamente alla notizia e il malcontento degli investitori potrebbe protrarsi fino alla settimana prossima.
Trump ha rincarato la dose criticando il sistema agricolo canadese, accusando Ottawa di imporre dazi fino al 400% sui latticini e definendo la gestione dell’offerta un sistema “vergognoso”.
Le principali associazioni industriali canadesi si sono schierate contro la tassa, sollecitando il governo a ritirarla per evitare ulteriori ritorsioni. La crisi riapre dunque un fronte critico per i rapporti nordamericani, proprio quando sembrava possibile voltare pagina dopo le tensioni del passato.
La settimana che verrà
Calendario Economico
Durante la prossima settimana verranno comunicate informazioni importanti su due fronti: da una parte i dati dell’inflazione per l’area Euro e dall’altra i risultati del mercato del lavoro, sia sul fronte europeo che su quello americano.
Ecco alcuni degli eventi più interessanti della prossima settimana:
Lunedì 30/6
11.00 Inflazione Italia YoY prel (giugno): Il dato preliminare dell’inflazione italiana di giugno, è previsto essere pari ad un +1.7%, al di sotto del valore ottimale del 2%.
Martedì 1/7
11.00 Inflazione flash EU (giugno): Le previsioni del dato flash dell’inflazione nell’area Euro è di una inflazione al 2%, leggermente più alta di quella misurata a maggio.
16.00 ISM Manufacturing PMI USA (giugno): Il Rapporto ISM sulle Imprese del Settore Manifatturiero si basa su dati raccolti da responsabili degli acquisti e delle forniture a livello nazionale. Le risposte al sondaggio riflettono l'eventuale variazione nel mese in corso rispetto al mese precedente. Per ciascuno degli indicatori misurati (Nuovi Ordini, Arretrati di Ordini, Nuovi Ordini Export, Importazioni, Produzione, Consegne ai Fornitori, Scorte, Scorte dei Clienti, Occupazione e Prezzi), il rapporto mostra la percentuale di risposte, la differenza netta tra il numero di risposte positive e negative e l'indice di diffusione. Un valore PMI superiore al 50% indica che l'economia manifatturiera è in generale espansione; un valore inferiore al 50% indica che è in generale declino.
Gli economisti stimano un valore di 49.2, ancora in territorio di contrazione.
16.00 JOLTS USA (maggio):Negli Stati Uniti, le offerte di lavoro si riferiscono a tutte le posizioni aperte (non occupate) l'ultimo giorno lavorativo del mese. Le offerte di lavoro fanno parte del sondaggio Job Openings and Labor Turnover Survey (JOLTS). Il sondaggio raccoglie dati da circa 16.400 aziende non agricole, tra cui rivenditori e produttori, nonché enti governativi federali, statali e locali nei 50 stati e nel Distretto di Columbia. Il JOLTS valuta la domanda di lavoro insoddisfatta nel mercato del lavoro statunitense. Le aspettative sono di ulteriore calo rispetto al dato di aprile, con le ultime stime che indicano 7.1M di unità.
Mercoledì 2/7
11.00 Tasso di disoccupazione EU (maggio): il tasso di disoccupazione nell’area Euro è stimato al 6.2%, come ad aprile. Il tasso di disoccupazione italiano è previsto più basso al 5.9%.
13.00 MBA Mortgage Applications (27 giugno): Negli Stati Uniti, il sondaggio settimanale sulle richieste di mutui MBA è una panoramica completa del mercato dei mutui a livello nazionale e copre tutti i tipi di operatori del settore, comprese le banche commerciali, gli istituti di credito e le società di mortgage banking. L'intero mercato è rappresentato dall'Indice di mercato, che copre tutte le richieste di mutuo presentate durante la settimana, sia per l'acquisto che per il rifinanziamento. L'indagine copre oltre il 75% di tutte le richieste di mutui residenziali al dettaglio negli Stati Uniti.
Giovedì 3/7
14.30 US Initial Jobless Claims (28 giugno): Le richieste iniziali di disoccupazione hanno un grande impatto sui mercati finanziari perché, a differenza dei dati sulle richieste continuate che misurano il numero di persone che richiedono sussidi di disoccupazione, le richieste iniziali di disoccupazione misurano la disoccupazione nuova ed emergente.
14.30 Non farm payrolls (giugno):Il rapporto sull'occupazione nel settore non agricolo è un rapporto sull'occupazione pubblicato mensilmente, solitamente il primo venerdì di ogni mese, e ha un impatto significativo sul dollaro statunitense, sul mercato obbligazionario e su quello azionario. Il programma Current Employment Statistics (CES) del Bureau of Labor Statistics del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti esamina circa 141.000 aziende ed enti governativi, che rappresentano circa 486.000 singoli luoghi di lavoro, al fine di fornire dati dettagliati del settore su occupazione, orari di lavoro e retribuzioni dei lavoratori iscritti alle buste paga del settore non agricolo. Le ultime stime parlano di 100k nuove unità, in netto calo rispetto ai mesi precedenti.
14.30 Tasso di disoccupazione USA (giugno): Gli economisti si aspettano una disoccupazione costante al 4.2%, come nel mese precedente.
16.00 ISM services PMI USA (giugno): Il Non-Manufacturing ISM Report On Business® si basa su dati raccolti da dirigenti degli acquisti e delle forniture a livello nazionale. Le risposte al sondaggio riflettono l'eventuale variazione nel mese in corso rispetto al mese precedente. Per ciascuno degli indicatori misurati (Attività Commerciale, Nuovi Ordini, Arretrati di Ordini, Nuovi Ordini Export, Variazione delle Scorte, Sentiment sulle Scorte, Importazioni, Prezzi, Occupazione e Consegne ai Fornitori), questo rapporto mostra la percentuale di coloro che hanno segnalato ciascuna risposta e l'indice di diffusione. Un indice superiore al 50% indica che l'economia non manifatturiera in quell'indice è generalmente in espansione; inferiore al 50% indica che è generalmente in declino. Gli ordini ai produttori di servizi rappresentano circa il 90% dell'economia statunitense. Anche i servizi sono previsti in contrazione, con un dato pari a 49.7.
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