DeepSeek potrebbe aver copiato OpenAI
Ecco tutte le novità sui mercati finanziari della settimana.
Le notizie principali
Gli utili aziendali sono cresciuti, con Apple, Microsoft e Meta che hanno superato le aspettative, mentre Tesla ha deluso ma ha visto le sue azioni salire grazie alle prospettive sui nuovi modelli.
L’economia USA è cresciuta del 2.3% nel Q4 2024, mentre l’inflazione è salita al 2.6%. Il FMI prevede una crescita superiore a Europa e Canada nel 2025, ma i dazi potrebbero ridurre il PIL di un punto percentuale.
La BCE ha tagliato i tassi al 2.75% per stimolare l’economia, ma la crescita nel 2025 resterà debole. Intanto, la Fed mantiene i tassi fermi, scontrandosi con Trump, che spinge per riduzioni più rapide.
OpenAI accusa DeepSeek di aver usato GPT-4 per addestrare il proprio modello AI, violando i suoi termini. Il lancio di R1 ha scosso i mercati, causando un crollo di Nvidia, mentre OpenAI prepara contromisure.
La settimana passata
Il rilascio pubblico dell’AI di DeepSeek ha provocato forti turbolenze nei mercati: il Dow Jones, l’indice meno influenzato dal comparto tecnologico è salito del +0.3% seguito dal S&P500 al -1.0% e dal NASDAQ al -1.6%. Da inizio anno, il Dow Jones è in crescita del 4.7%, una performance notevole per l’indice.
Questa settimana gli utili aziendali hanno registrato una crescita significativa, con quattro delle “Magnifiche 7” che hanno pubblicato i risultati.
Apple, Microsoft e Meta hanno superato le aspettative sia in termini di utile per azione che di fatturato, mentre Tesla ha deluso su entrambi i fronti. Nonostante i risultati deludenti, le azioni di Tesla sono salite grazie alle aspettative di vendita sui nuovi modelli più economici.
DeepSeek ha messo gli investitori di fronte alla nuova realtà dell’AI, quella costituita da aziende che si copiano vicendevolmente, abbassando i costi e aumentando le prestazioni.
Nel frattempo, gli utili dell’S&P 500 sono previsti in crescita del 12% per il trimestre, il ritmo più elevato dal 2021. Sette degli undici settori dovrebbero registrare un aumento dei profitti, con previsioni di crescita superiore al 14% nel 2025.
La crescita degli Stati Uniti rallenta, ma l’economia resta forte
A differenza dei precedenti trimestri, l’economia statunitense è cresciuta del 2.3% nel quarto trimestre del 2024, un risultato inferiore alle previsioni del 2.6% e in calo rispetto al 3.1% del trimestre precedente.
La flessione del quarto trimestre dovrebbe essere solo temporanea e dipendere dalla riduzione degli investimenti nel settore aeronautico, che erano cresciuti notevolmente nel 2024, mentre la restante parte della crescita dipende dall’aumento dei consumi e della spesa pubblica.
Nel complesso, il PIL degli Stati Uniti è cresciuto del 2.8% nel 2024, in linea con il 2.9% dell’anno precedente, e ad un ritmo superiore rispetto al 2.5% medio annuo.
Le prospettive per il 2025 restano positive, con il FMI che prevede una crescita degli Stati Uniti superiore a quella di Europa, Canada e Giappone. I tagli fiscali promessi da Trump potrebbero stimolare la crescita, mentre l’introduzione dei dazi commerciali potrebbe ridurre di circa un punto percentuale il PIL del 2025.
Per quanto riguarda l’inflazione le notizie non sono esaltanti. A dicembre, l’indice dei prezzi della spesa per consumi personali è cresciuto del 2.6% su base annua, in linea con le attese degli analisti ma in salita di 0.2% rispetto a novembre.
Escludendo alimentari ed energia, l’indice core PCE ha registrato un aumento del 2.8%, confermando le previsioni e rimanendo invariato rispetto al mese precedente. Su base mensile, l’inflazione complessiva è aumentata dello 0.3%, mentre quella core ha segnato un +0.2%, entrambi in linea con le aspettative del mercato.
Entrando più nel dettaglio del report, i prezzi dei generi alimentari sono aumentati dello 0.2% su base mensile, mentre l’energia ha registrato un rialzo più marcato del 2.7%. Il prezzo dei beni durevoli è calato del -0.4%, mentre i beni non durevoli sono aumentati dello 0.5%.
Come si stanno comportando la Fed e la BCE
La Banca Centrale Europea ha annunciato un taglio di un quarto di punto, abbassando il tasso di riferimento al 2.75%, nel tentativo di stimolare l’economia del vecchio continente. La decisione è stata unanime.
La presidente della BCE, ha avvertito che la crescita resterà debole nel 2025, con il settore manifatturiero che soffrirà maggiormente. Mentre l’inflazione resta contenuta, le nuove politiche economiche di Trump potrebbero danneggiare ulteriormente l’economia europea.
Lagarde ha escluso un taglio più ampio nell’immediato, affermando che la BCE si orienterà in base ai dati, ma i mercati prevedono altri due o tre tagli entro fine anno, con alcuni analisti che ipotizzano un calo del tasso di deposito fino all’1.5%.
La BCE abbasserà i tassi più velocemente della Fed nel 2025: i mercati scommettono che questo indebolirà l’euro, portandolo verso la parità con il dollaro.
Dall’altra parte dell’Atlantico, Powell e Trump si stanno scontrando: mentre il presidente spinge per un drastico taglio dei tassi d’interesse, la banca centrale intende mantenerli invariati per contrastare l’inflazione.
Durante la riunione di questa settimana, la Banca Centrale ha annunciato di aver lasciato invariati i tassi, che rimangono invariati tra il 4.25% e il 4.5%.
Negli ultimi mesi, Powell è riuscito a frenare l’aumento dei prezzi senza spingere l’economia in recessione, abbassando di un punto percentuale nel 2024. Trump, invece, chiede tagli molto più aggressivi, dichiarando di “conoscere meglio della Fed” la politica monetaria.
Da parte di ex funzionari della Fed e degli analisti c’è concordia nel dire che la Fed deve essere indipendente da Trump e che se dovesse cedere alle pressioni di Trump, rischierebbe di perdere credibilità.
Inoltre, i piani del presidente su dazi e tagli fiscali potrebbero rendere più difficile ridurre il costo del denaro senza riaccendere l’inflazione.
Al momento, la Fed prevede di ridurre i tassi in modo più graduale rispetto alla BCE, ma eventuali shock sui prezzi, anche derivanti dalle politiche di Trump, potrebbero ritardare ulteriormente le riduzioni previste
DeepSeek potrebbe aver copiato OpenAI
OpenAI ha individuato prove che la start-up cinese DeepSeek potrebbe aver utilizzato i suoi modelli proprietari per addestrare il proprio sistema open-source, sollevando preoccupazioni sulla violazione della proprietà intellettuale.
La società sostiene di aver rilevato tracce di “distillazione”, una tecnica che consente di migliorare l’efficienza di modelli più piccoli sfruttando le prestazioni di quelli più avanzati, ad un costo estremamente ridotto.
Sebbene sia una pratica diffusa, OpenAI teme che DeepSeek l’abbia usata per sviluppare un proprio modello concorrente, violando così i suoi termini di servizio.
Il lancio del modello R1 di DeepSeek ha colpito così tanto i mercati, che si muovono sull’onda lunga dell’intelligenza artificiale, dal far crollare le azioni di Nvidia del 17%, a causa dei timori che l’innovazione cinese possa ridurre la domanda di hardware AI costoso.
La conferma che DeepSeek abbia praticato la “distillazione” con i risultati di GPT-4, costituirebbe una violazione dei termini di OpenAI.
Essendo una pratica diffusa, gli addetti ai lavori non sono rimasti stupiti dalla notizia. L’utilizzo di output generati da AI avanzate per addestrare nuovi modelli è una pratica comune, poiché permette di risparmiare sui costi della supervisione umana.
Il nuovo governo americano, molto aperto allo sviluppo tecnologico, diventerà un prezioso alleato per OpenAI per limitare il più possibile queste pratiche. L’azienda ha annunciato che adotterà misure per difendere la propria proprietà intellettuale, collaborando strettamente con il governo.
Non è la prima volta che OpenAI finisce al centro di controversie legate al diritto d’autore. Il New York Times e diversi autori hanno citato in giudizio l’azienda, accusandola di aver addestrato i suoi modelli utilizzando articoli e libri senza autorizzazione.
La settimana che verrà
Calendario Economico
Dopo una settimana densa di avvenimenti, la prossima sarà dedicata principalmente alla stagione delle trimestrali. La Banca Centrale inglese comunicherà un eventuale taglio dei tassi, mentre verranno pubblicati i dati del ISM americano, sia per il manifatturiero che per i servizi. La settimana si concluderà con i dati del lavoro statunitensi.
Le trimestrali della settimana
Lunedì 3/2: Palantir
Martedì 4/2: PayPal, Spotify, Pfizer, PepsiCo, Merck, Ferrari, AMD, Alphabet, Snapchat
Mercoledì 5/2: Uber, Disney, Novo Nordisk, Ford, Qualcomm
Giovedì 6/2: Eli Lily, Roblox, Amazon, Affirm, Pinterest, Fortinet
Ecco alcuni degli eventi più interessanti della prossima settimana:
Lunedì 3/2
12.00 Tasso d’inflazione EU flash (gennaio): Verranno pubblicati i primi dati dell’inflazione di gennaio. A dicembre il dato si era attestato al 2.4%, con una inflazione core del 2.7%.
17.00 ISM Manufacturing PMI USA (gennaio): Il rapporto ISM sul settore manifatturiero si basa sui dati raccolti dai responsabili degli acquisti e delle forniture a livello nazionale. Le risposte al sondaggio riflettono l'eventuale variazione del mese in corso rispetto al mese precedente. Per ciascuno degli indicatori misurati (nuovi ordini, ordini arretrati, nuovi ordini di esportazione, importazioni, produzione, consegne dei fornitori, scorte, scorte dei clienti, occupazione e prezzi), il rapporto mostra la percentuale di risposte, la differenza netta tra il numero di risposte in senso economico positivo e negativo e l'indice di diffusione. Una lettura del PMI superiore al 50% indica che l'economia manifatturiera è generalmente in espansione; una lettura inferiore al 50% indica che è generalmente in declino. Il dato è previsto in crescita a 49.8, il valore più alto da marzo 2024.
Martedì 4/2
17.00 JOLTS USA (dicembre): Negli Stati Uniti, le offerte di lavoro si riferiscono a tutte le posizioni aperte (non occupate) l'ultimo giorno lavorativo del mese. Le posizioni aperte fanno parte del Job Openings and Labor Turnover Survey (JOLTS). L'indagine raccoglie dati da circa 16400 aziende non agricole, tra cui rivenditori e produttori, nonché enti governativi federali, statali e locali nei 50 Stati e nel Distretto di Columbia. Il JOLTS valuta la domanda di lavoro non soddisfatta nel mercato del lavoro statunitense. Il dato previsto per dicembre è di 7.8M di unità, in calo rispetto a novembre.
Mercoledì 5/2
14.00 MBA Mortgage Applications (31 gennaio): Negli Stati Uniti, il sondaggio settimanale sulle richieste di mutui MBA è una panoramica completa del mercato dei mutui a livello nazionale e copre tutti i tipi di operatori del settore, comprese le banche commerciali, gli istituti di credito e le società di mortgage banking. L'intero mercato è rappresentato dall'Indice di mercato, che copre tutte le richieste di mutuo presentate durante la settimana, sia per l'acquisto che per il rifinanziamento. L'indagine copre oltre il 75% di tutte le richieste di mutui residenziali al dettaglio negli Stati Uniti.
17.00 ISM Service PMI USA (gennaio): Il Report On Business® dell'ISM non manifatturiero si basa sui dati raccolti dai responsabili degli acquisti e delle forniture a livello nazionale. Le risposte al sondaggio riflettono l'eventuale variazione del mese in corso rispetto al mese precedente. Per ciascuno degli indicatori misurati (attività commerciale, nuovi ordini, arretrati di ordini, nuovi ordini di esportazione, variazione delle scorte, sentiment delle scorte, importazioni, prezzi, occupazione e consegne ai fornitori), il rapporto mostra la percentuale che riporta ciascuna risposta e l'indice di diffusione. Una lettura dell'indice superiore al 50% indica che l'economia non manifatturiera in quell'indice è generalmente in espansione; una lettura inferiore al 50% indica che è generalmente in calo. Gli ordini ai produttori di servizi rappresentano circa il 90% dell'economia statunitense. Gli analisti prevedono un risultato di 54, in calo rispetto al 54.1 di dicembre.
Giovedì 6/2
14.00 Decisione sui tassi d’interesse BoE: Gli analisti si aspettano una riduzione dei tassi d’interesse da parte della Banca Centrale inglese dal 4.75% al 4.5%.
15.30 US Initial Jobless Claims (1 febbraio): Le richieste iniziali di disoccupazione hanno un grande impatto sui mercati finanziari perché, a differenza dei dati sulle richieste continuate che misurano il numero di persone che richiedono sussidi di disoccupazione, le richieste iniziali di disoccupazione misurano la disoccupazione nuova ed emergente.
Venerdì 7/2
15.30 Tasso di disoccupazione USA (gennaio): Gli economisti prevedono un tasso di disoccupazione pari 4.1%, in linea con il risultato del mese precedente.
15.30 Non farm Payrolls USA (gennaio): I Nonfarm payrolls sono un rapporto sull'occupazione pubblicato mensilmente, di solito il primo venerdì di ogni mese, e influenzano pesantemente il dollaro USA, il mercato obbligazionario e il mercato azionario. Il programma Current Employment Statistics (CES) dell'Ufficio Statistico del Lavoro del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti, effettua indagini su circa 141.000 aziende e agenzie governative, che rappresentano circa 486.000 siti di lavoro individuali, al fine di fornire dati dettagliati sull'occupazione, le ore e le retribuzioni dei lavoratori non agricoli. Si stimano 205K nuove unità per gennaio.
17.00 Michigan consumer sentiment prel USA (febbraio): L'Indice delle aspettative dei consumatori si concentra su tre aree: come i consumatori considerano le prospettive della propria situazione finanziaria, come considerano le prospettive dell'economia generale nel breve periodo e come considerano le prospettive dell'economia nel lungo periodo. Ogni indagine mensile contiene circa 50 domande di base, ognuna delle quali analizza un aspetto diverso degli atteggiamenti e delle aspettative dei consumatori. I campioni per le indagini sui consumatori sono statisticamente progettati per essere rappresentativi di tutte le famiglie americane, escluse quelle dell'Alaska e delle Hawaii. Ogni mese vengono condotte almeno 500 interviste telefoniche. Gli analisti prevedono un incremento dell’indice a 72 punti.
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